Formazione professionale in Sicilia: accordo tra Regione, enti e sindacati. Ma sul web è polemica

PALERMO – Siglata l’intesa tra Regione, enti e sindacati sui corsi di formazione professionale in Sicilia. La priorità sarà la salvaguardia, e quindi il riassorbimento, dei lavoratori storici dell’albo. Presto ripartiranno i corsi.

Nella giornata di ieri, nella sede del Dipartimento Istruzione e Formazione Siciliana, alla presenza dell’assessore all’Istruzione e alla Formazione Professionale Roberto Lagalla, nonché del dirigente generale del Dipartimento Regionale dell’Istruzione e della Formazione Professionale Gianni Silvia, si sono confrontati diversi enti: CENFOP, FORMA, ASSOFOR, ANFOP, ASEF, IFORM. Con loro anche molti sindacati: Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals Confsal, Ugl.

“Mobilità professionale” e “salvaguardia occupazionale”, previsti dal contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL), sono i principali obiettivi dei firmatari. L’attenzione, infatti, viene rivolta soprattutto al reinserimento dei lavoratori storici dell’albo.

A tal proposito, però, è stata espressa la necessità della ripresa del confronto negoziale con il governo nazionale e il governo regionale, al fine di “individuare misure straordinarie ed eccezionali di accompagnamento e di fuoriuscita dalla crisi del sistema, anche attraverso la programmazione e il finanziamento di attività di aggiornamento, riqualificazione e riconversione del personale rimasto parzialmente o totalmente privo d’incarico”.

Ma, il rilancio strategico della formazione professionale in Sicilia, che vede sempre più inscindibilmente legati enti privati, Regione e lavoratori, solleva polemiche anche sul web. I fondi pubblici, che dovrebbero assicurare, oltre alla formazione, anche l’inserimento lavorativo degli utenti, tra i quali molti giovani, secondo alcuni sarebbero spesi male: “Fate i corsi ma non create le condizioni per favorire il mondo del lavoro, anzi manca proprio una politica di sviluppo in tutti i campi”, si legge in dei commenti.

Altri ancora, addirittura, ipotizzano che, dietro la decisione dei governi regionali di coinvolgere e finanziare sempre più enti privati, ci sia qualcosa di più: “Formazione: il più grande scandalo e spreco di denaro pubblico della storia della Sicilia, esclusivamente per foraggiare la sete di politiche clientelari dell’Assemblea regionale siciliana (Ars). Aboliamo immediatamente l’Ars”; “Possibile mai che gli enti debbano ancora succhiare soldi alla Regione?”, afferma qualcuno.

C’è, poi, chi si aggiunge alla polemica facendo un po’ di satira, dopo la decisione del presidente della Regione, Nello Musumeci, di inserire nei programmi scolastici il dialetto siciliano: “Accussì si cunzò a n’salata”.

In foto Roberto Lagalla