BAGHERIA – La giovane accusata di aver ucciso sua madre, l’insegnante Teresa Spanò, sta affrontando nuove accuse di premeditazione.
In precedenza, era già stata accusata di aver tentato di avvelenare la madre alcune settimane prima del delitto, che si è verificato la notte del primo gennaio.
La posizione della giovane, di 17 anni, si sta aggravando poiché i magistrati stanno contestando la premeditazione del delitto ed è stata trasferita in carcere a Roma dalla comunità protetta di Caltanissetta.
Non è stato ancora chiarito il motivo esatto del delitto, ma le due litigavano da tempo.
La sera del primo gennaio, dopo un altro litigio, la giovane avrebbe mescolato un farmaco nel piatto di purè della madre. Dopo aver stordito la madre, l’avrebbe strangolata e poi, in preda alla rabbia e alla ferocia, avrebbe infierito sul suo corpo con un coltello.
Segni di strangolamento e soffocamento sul collo. È stata eseguita, nell’istituto di medicina legale del Policlinico, a Palermo, l’autopsia sul corpo dell’insegnante Teresa Spanò, uccisa dalla figlia a Bagheria, la notte tra l’uno e il 2 gennaio.
Il medico legale ha riscontrato sul suo corpo segni di soffocamento e di strangolamento, ma non è ancora chiaro se la vittima sia deceduta per questo.
Nel corso dell’esame autoptico sarebbero stati trovati piccoli tagli, ma potrebbero non essere quelli la causa della morte.
La figlia, durante l’interrogatorio, dopo avere cambiato più volte versione, alla fine ha detto di avere ucciso la madre soffocandola.
“La scuola è sotto choc per quanto successo. La collega era una persona valida, e disponibilissima. Era la mia collaboratrice della presidenza. Era una persona molto discreta. Noi sapevamo che viveva per questa figlia. Non avevamo notizie di liti e di rapporti conflittuali. Io sono arrivato da poco, ma tanti colleghi che hanno lavorato con lei per anni sono davvero disorientati e molto colpiti da quanto successo”.
Lo ha affermato Giuseppe Carlino dirigente della scuola del Palermitano dove insegnava la donna uccisa ieri in casa a Bagheria dalla figlia di 17 anni.
“Io sono rientrato oggi dalle ferie per essere presente insieme agli altri professori per gestire quanto successo – ha aggiunto il preside – e qui a scuola siamo sconvolti. Adesso parlerò con i docenti e cercheremo di capire cosa fare per ricordare la nostra collega”.
Il delitto premeditato è un crimine gravissimo in diritto penale, in cui l’autore pianifica e mette in atto l’evento con una chiara intenzione pianificatrice.
Questo tipo di delitto è considerato molto più grave rispetto a un delitto d’impulso o a un delitto non premeditato, poiché dimostra che l’autore aveva piena consapevolezza delle conseguenze delle proprie azioni.
È importante sottolineare che il delitto premeditato deve essere provato in modo chiaro e inconfutabile, in quanto questo tipo di accusa può avere conseguenze estremamente gravi per la vita dell’imputato.
Fonte foto Facebook – Pino Grasso
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