PALERMO – “La legge lo consente, lo so, si può essere candidati in qualunque collegio di qualunque Regione, a prescindere da dove si sia nati, si è cresciuti e si sono costruite relazioni. E poi magari se sei un dirigente nazionale di un partito, se vai spesso in tv, se ti riconoscono in tutta Italia la trasmigrazione è più semplice. Io non ce la faccio, però, a staccarmi dalla mia Sicilia, non ce la faccio a chiedere un sostegno in un luogo in cui apparirei come un alieno. Io vorrei essere votato nel quartiere Cruillas, dove ho frequentato la scuola elementare Vincenzo Vitale, in piazza Lampada della Fraternità, nel quartiere San Lorenzo, allo Zen dove ho cominciato a far politica. Nella mia città dove ho fatto il consigliere comunale. Nella Regione che mi ha eletto deputato regionale e nazionale successivamente”.
Lo scrive sui social il presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone che annuncia la sua candidatura alle politiche come capolista della lista Azione-Italia Viva Calenda nel collegio plurinominale Sicilia 1-P01, nella città di Palermo, e come capolista sempre nel collegio plurinominale Sicilia 1-P02 che comprende le città di Gela, Agrigento e Marsala.
“Mi piace – continua Faraone – tenere i piedi ben piantati per terra anche se poi in Parlamento, come è giusto che sia, ti occupi di tutto il Paese. La Sicilia è la Regione che ho girato senza sosta, almeno una volta sono stato fisicamente in tutti i 391 comuni, ho stretto le mani degli imprenditori, degli operai, dei disoccupati, delle mamme, degli insegnanti, dei volontari, dei medici, degli infermieri, delle forze dell’ordine, anche dei detenuti durante le mie visite nelle carceri”.
“E poi mi candido – aggiunge – nella terra di Piersanti Mattarella, Pio La Torre, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Libero Grassi, Don Pino Puglisi e di tutti quelli che per la legalità hanno perso la vita, la terra in cui ho visto da ragazzo sfrecciare volanti ed autoambulanze ad ogni attentato. La terra di sana e straordinaria cultura, la terra di Gesualdo Bufalino, di Giovanni Verga, di Renato Guttuso, di Leonardo Sciascia, mio grande ispiratore. E poi voglio candidarmi nella regione in cui ho vinto, insieme a tante altre donne e uomini, le prime battaglie a favore delle persone con disabilità, per i diritti di tutti. E poi mi candido nella Regione in cui i giovani continuano ad essere senza lavoro e sono costretti ad emigrare”.
“Io – conclude Faraone – la mia faccia la spendo qui, senza scappare, non emigro, lotto per la mia terra, che è mia, con i suoi pregi ed i suoi difetti. Rifiuto gli stereotipi e i pregiudizi che anche in politica esistono sulla gente del Sud. Mi candido nella terra in cui nessuno si impressiona del mio accento perché gli è familiare, è anche il suo. Al lavoro! Forza!”
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