PALERMO – Tre anni e mezzo di reclusione per estorsione aggravata: è questa la condanna inflitta a Fabrizio Miccoli, ex capitano del Palermo, dal giudice dell’udienza preliminare Walter Turturici. Secondo la Procura, Miccoli, nel periodo compreso tra il 2010 e 2011, avrebbe incaricato il figlio del presunto boss Antonino Lauricella, Mauro, di recuperare 12 mila euro legati alla vicenda della gestione della discoteca “Paparazzi”, nell’Isola delle Femmine.
Una prima ipotesi messa in campo dall’accusa sarebbe quella del modo violento con cui Lauricella avrebbe provato a procurarsi il denaro, di cui solo due mila euro sarebbero arrivai nelle sue mani. Un’ipotesi quest’ultima che, però, non ha retto in tribunale davanti ai giudici.
A luglio 2016, Mauro Lauricella e Gioacchino Amato, altro indagato, sono stati assolti dalle accuse di estorsione aggravata dal metodo mafioso e solo il figlio del bossavrebbe dovuto scontare un anno di carcere (poi prosciolto) per violenza privata aggravata dal metodo mafioso. Fabrizio Miccoli ha da sempre respinto ogni accusa e ha più volte dichiarato di non sapere nulla della parentela tra Mauro Lauricella, detto “U Scintilluni”, e il boss Abntonino Lauricella.
Intanto per l’ex giocatore rosanero è arrivata la condanna, ma il suo avvocato, Giovanni Castronovo, ha già fatto sapere che non tarderanno a fare ricorso in appello per dimostrare l’estraneità dai fati del suo assistito. Fabrizio Miccoli non ha commentato la sentenza.



