PALERMO – L’estate è il momento in cui migliaia di giovani e adulti, studenti o persone senza un posto fisso, si rimboccano le maniche e, anche a costo di grandi sacrifici e rinunce, accettano lavori stagionali per mettere qualcosa da parte.
Quest’anno, però, sembra che la situazione sia diversa: in alcune aree balneari, i ristoratori e i proprietari di esercizi commerciali in aree turistiche avrebbero registrato un calo delle richieste di assunzione e, in alcune città (come Gabicce, nelle Marche), perfino una mancanza di personale disposto a firmare i contratti stagionali.
Colpa del reddito di cittadinanza, il sostegno economico per inoccupati previsto dal programma del Governo giallo-verde da mesi al centro di dibattiti politici, o delle condizioni lavorative di questo tipo di impieghi, che spesso sono tutt’altro che gratificanti? La polemica è aperta e investe non solo le autorità politiche, ma anche gli stessi cittadini.
“Con gli stipendi da fame che offrono è naturale che nessuno accetti avendo un’alternativa”, “Non sono lavori, ma forme di sfruttamento“, “Date un pagamento adeguato, orari decenti e contratti regolari e vedrete quanti dipendenti saranno al vostro servizio”, recitano diversi commenti sui social.
C’è, però, chi avanza ipotesi differenti: “La possibilità di avere un reddito senza fare nulla alletta molti”. E a queste considerazioni seguono anche le numerose critiche alla nuova generazione di lavoratori, frequentemente (e spesso erroneamente) ritenuta meno volenterosa e disposta alla fatica rispetto a quelle precedenti.
Un altro dato da considerare è la possibilità per i percettori del reddito di cittadinanza di rifiutare lavori stagionali, part-time, da apprendisti o a chiamata e con stipendi inferiori a 858 euro.
A prescindere da tutte le opinioni divergenti sul caso e da quali siano da considerare veritiere, una cosa è certa: quest’anno il lavoro stagionale avrà connotazioni differenti rispetto a tutti gli anni precedenti e questo potrebbe avere un effetto sull’andamento del turismo nelle principali località balneari, soprattutto in Sicilia, dove il numero degli inoccupati impiegati temporaneamente d’estate è molto elevato. Il bilancio, però, si potrà avere solo alla fine della stagione. La speranza, naturalmente, rimane quella di vedere numerose persone impegnate nell’ambito turistico ma con garanzie e paghe superiori rispetto alle estati precedenti.
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