PALERMO – I procuratori della Repubblica di Caltanissetta e Messina, Sergio Lari e Guido Lo Forte, hanno presentato ricorso al Tar del Lazio contro la nomina di Francesco Lo Voi a capo della Procura di Palermo.
I due candidati battuti hanno anche chiesto la sospensiva della decisione del Csm, che aveva preferito il più giovane dei tre, appunto Lo Voi, insediatosi nel nuovo incarico il 30 dicembre: se venisse accolta questa parte del ricorso, l’ufficio inquirente rimarrebbe di nuovo senza vertice e per questo appare improbabile che il tribunale amministrativo possa dare seguito alla sospensiva.
Nel merito, Lo Forte e Lari hanno sottolineato che Lo Voi, meno anziano di loro in carriera di dieci anni, non ha mai avuto incarichi direttivi o semidirettivi in una direzione distrettuale antimafia ed è stato sostituto procuratore fino al 1997, per poi divenire sostituto procuratore generale e – nel 2002 – passare al Csm, come membro togato.
I due procuratori sono stati invece ”aggiunti” a Palermo e poi hanno assunto la guida di due Dda. Lari è stato anche procuratore a Trapani e, come Lo Voi, ha fatto parte del Csm. Lo Voi fino al mese scorso ha fatto parte della super procura europea, Eurojust.
Ma, osservano i ricorrenti, l’incarico, a parte il fatto che la nomina è di tipo politico, non sarebbe equiparabile a quello di capo o di vice in una Dda.
Franco Lo Voi è stato nominato dall’organo di autogoverno dei giudici il 17 dicembre, con i voti della sua corrente, la moderata Magistratura indipendente, di tutti i laici, di centrodestra e centrosinistra, del presidente e del procuratore generale della Cassazione.
Lari ebbe invece i soli voti del correntone di sinistra, Area, Lo Forte quelli dei moderati di Unicost: ciascuna delle due componenti scelse cioè di votare per il candidato di bandiera invece di far convergere le preferenze su uno solo dei due. Con ciò contribuendo a determinare il successo di Lo Voi.
Quest’anno i due ricorrenti compiranno 67 anni: dopo questo compleanno non potranno più ottenere incarichi direttivi, perchè i magistrati vanno in pensione a 70 anni e devono assicurare almeno un triennio alla guida di un ufficio.
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