Ecomafia e piromani: più di 25mila ettari in fiamme, la Sicilia è la “regina degli incendi”

Ecomafia e piromani: più di 25mila ettari in fiamme, la Sicilia è la “regina degli incendi”

PALERMO – “Nel 2017 in Italia, quasi un terzo dell’intera superficie percorsa dal fuoco ha interessato aree di valore naturalistico e incluse nella rete Natura 2000 sempre più nel mirino di ecomafiosi e piromani”.

Parte così il rapporto di Legambiente che parla di un vero e proprio dramma ambientale in quanto sono state ben 24.677 le aree naturali protette andate in fumo in tutto il territorio nazionale. 

Secondo l’associazione, una delle regioni più colpite è proprio la Sicilia: in Italia, gli incendi che hanno coinvolto siti di importanza comunitaria (Sic) sono stati 87 e 31 di questi sono scoppiati proprio nella nostra terra. Seguono, ma con un distacco importante, Campania e Calabria. Colpite anche 35 zone di protezione speciale (Zps) e 45 parchi e/o aree protette: la Sicilia “primeggia” anche in questo campo rispettivamente con 10 e 12 roghi. 

Il territorio isolano è anche quello che ha perso più patrimonio: 11.817 ettari bruciati nel Sic, 8.610 nelle Zps e 5.851 nelle Aree protette. Un totale di 26.278 ettari: un dato che fa scattare il campanello d’allarme. Sul podio anche Campania, Calabria, Puglia, Lazio e Liguria.

Il commento di Legambiente non può che essere negativo: “Cilento e Vallo di Diano, Gargano, dall’Alta Murgia alla Majella, dalla Sila al Pollino al Gran Sasso passando per la Riserva dello Zingaro in Sicilia: sono troppe le aree di pregio del Centro-Sud finite in balia di ecocriminali e piromani”.

Il 2017 verrà, dunque, ribattezzato come “annus horribilis” per la devastazione di aree e riserve naturali a causa dei troppi incendi scoppiati e/o appiccati. Duro il commento del direttore generale dell’associazione, Stefano Ciafani: “Ci sono stati troppi ritardi ed errori. Ha pesato anche la burocrazia, la mancanza di un’efficace macchina organizzativa, di politiche di gestione forestale sostenibili. Nella lotta agli incendi servono più prevenzione e controlli e politiche di adattamento al clima”.