PALERMO – Due arresti a Palermo, nel quartiere Oreto, per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, e sequestro del materiale rinvenuto. Questo il resoconto di un’attività svolta negli ultimi giorni, in relazione a due distinte operazioni, che non sono in correlazione l’una con l’altra.
Due arresti a Palermo
Entrambe le operazioni, sono il risultato di molteplici approfondimenti investigativi, che hanno portato i “Falchi” della sezione “Contrasto al crimine diffuso” della Squadra Mobile a sviluppare intuizioni tratte dal pattugliamento su strada.
Nel primo caso, gli agenti hanno rinvenuto un’ingente quantitativo di materiale, a seguito di una perquisizione effettuata all’interno di un appartamento del quartiere Oreto, abitato da un 43enne straniero. L’uomo è stato bloccato poco prima di entrare nell’immobile. Lo stupefacente, corrispondente a circa 800 grammi di marijuana, era custodito dentro un borsello riposto su una scaffalatura del camerino. Pertanto, si è poi proceduto all’arresto del 43enne e al sequestro della droga.
La droga “take away”
Nel secondo caso, il sospetto dei poliziotti, poi riscontrato da una perquisizione domiciliare, era che un altro appartamento, sempre del quartiere Oreto, abitato da un cittadino straniero 38enne, fosse adibito a take away dello stupefacente.
Tenendo sotto controllo, ma con circospezione, l’immobile in questione e i movimenti dell’occupante, gli agenti avevano notato che quest’ultimo, affacciandosi al balcone, dialogava con più interlocutori, giunti singolarmente ed in rapida successione vicino all’edificio.
La perquisizione domiciliare ha consentito di rinvenire un involucro in cellophane con dentro 5 grammi di eroina, 3 ovuli in cellophane contenenti 33 grammi di eroina, 15,5 grammi di cocaina e materiale vario per il confezionamento della sostanza. Anche qui si è proceduto all’arresto dell’uomo e al sequestro di stupefacente. Convalidati entrambi gli arresti dall’autorità giudiziaria.
Note
Occorre ricordare che la responsabilità penale delle condotte elencate sarà definita solo dopo l’emissione di eventuali sentenze passate in giudicato, in ottemperanza del principio costituzionale di presunta innocenza.