Domani inizia il processo a Silvana Saguto: “gestione ‘allegra’ beni confiscati alla mafia”

Domani inizia il processo a Silvana Saguto: “gestione ‘allegra’ beni confiscati alla mafia”

PALERMO – Inizierà domani uno dei processi più attesi: quello contro l’ex presidente della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, Silvana Saguto.

Il giudice Saguto, è imputato con l’accusa di associazione a delinquere e di reati contro il patrimonio e la gestione dei beni confiscati alla mafia. Beni che sono stati gestiti, come definito dalla procura di Caltanissetta, in modo “allegro“.

Al tavolo degli imputati, oltre alla Saguto, siedono altre 17 persone tra cui l’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, definito come il “re degli amministratori giudiziari” e l’ex professore della Kore, Carmelo Provenzano.

Questi ultimi, insieme con altri amministratori, pare abbiano creato un “cerchio magico”, come spiegato dalla polizia tributaria, intorno alla Saguto per favorire gli interessi di “alcuni”.

La giudice, con la sua condotta, “avrebbe creato un danno patrimoniale“, spiegano gli avvocati dello Stato che, adesso, chiedono sette milioni di euro di danni.

Il caso Saguto è iniziato tre anni fa, quando, tramite indagini, si era scoperta una gestione “privatistica” dei beni sequestrati alla mafia, facendo favoritismi a Palermo.

Sin da subito, la stessa Saguto ha respinto le accuse, ma non è bastato e il Csm, nel novembre del 2015, ha sospeso incarico e stipendio.

Ma non è finita qui, oltre alla mala gestione, poco più di un anno fa, è iniziata un’altra indagine su alcune presunte irregolarità nella gestione del patrimonio sequestrato al boss Antonino Maranzano nel 2011.

La Saguto, solo poche settimane fa, era stata espulsa dall’Associazione Nazionale magistrati poiché ha “fatto pervenire una memoria difensiva con la quale chiedeva il rinvio della trattazione a data da destinarsi“.

L’imputata ha, comunque, presentato al tribunale una lista di 279 testimoni, tra i quali molti sono suoi ex colleghi.