Dischi di ghisa per provocare fratture e incidenti falsi per i soldi dell’assicurazione: i NOMI della “banda spacca-ossa”

Dischi di ghisa per provocare fratture e incidenti falsi per i soldi dell’assicurazione: i NOMI della “banda spacca-ossa”

PALERMO – Sono 42 le persone arrestate nel corso delle operazioni “Contra Fides” e “Tantalo Bis”, eseguite dagli agenti della Squadra Mobile e della Guardia di Finanza di Palermo, accusate a vario titolo di lesioni gravi, usura, estorsione, peculato, truffe assicurative e auto-riciclaggio per aver finto degli incidenti stradali al fine di intascare i soldi dell’assicurazione.

Si tratta di: Patrizia Alaimo,Carlo Alicata, Gaetano Alicata, Filippo Anceschi, Salvatore Arena, Ermanno Campisi, Gioacchino Campora, Monia Camarda, Vincenzo Cataldo, Graziano D’Agostino, Antonino Di Gregorio, Salvatore Di Gregorio, Salvatore Di Liberto, Giuseppe Di Maio, Orazio Falliti, Mario Fenech, Vittorio Filippone, Emanuela Gallano, Antonio Giglio, Gesué Giglio, Gaetano Girgenti, Giovanna Lentini, Alfonso Macaluso, Benedetto Mattina, Giuseppe Mazzanares, Maria Mazzanares, Rita Mazzanares, Salvatore Mazzanares, Mario Modica, Giovanni Napoli, Piero Orlando, Cristian Pasca, Vincenzo Peduzzo, Fabio Riggio, Giuseppa Rosciglione, Alessandro Santoro, Alfredo Santoro, Natale Santoro, Antonino Saviano, Letizia Silvestri, Maria Silvestri e Domenico Schillaci.

Centinaia le persone indagate nell’ambito delle operazioni. Tra loro vi sarebbe anche un Avvocato palermitano che si occupava della parte legale di molti falsi incidenti.

Secondo quanto confermato dagli inquirenti, il gruppo pianificava e metteva in scena sinistri gravi per ottenere i soldi dell’assicurazione. La “macchina” lavorativa era organizzata in maniera quasi impeccabile: le vittime erano tutte in condizioni di difficoltà, le zone in cui avvenivano i presunti impatti erano lontane da telecamere o dispositivi di controllo e i malviventi potevano contare sull’appoggio di professionisti del settore medico e legale per ottenere perizie “alterate” e quanto necessario per accelerare la burocrazia e l’ottenimento delle somme di denaro previste dalla copertura assicurativa.



Nessun riguardo per le terribili conseguenze delle azioni illecite sulle persone coinvolte: lesioni, ossa rotte e, nel caso del tunisino Hadry Yakoub, perfino la morte. Sembra che alcuni degli arrestati non esitassero neanche a spaccare i femori o ossa delle braccia dei malcapitati, lanciando dischi di ghisa pesanti.

Le crudeltà commesse dagli indagati sarebbero state confermate da numerose intercettazioni. Tra queste anche alcune che vedono protagoniste le vittime: “Mi state ammazzando… la gamba, ahi!”, si sente in un audio straziante diffuso dagli inquirenti, seguito da un “Non gridare”. Tante le registrazioni di questo tipo: in particolare, in un dialogo tra due degli arrestati si sente un terribile scambio di battute che si conclude con un cruento: “Sembrava una gallina quando gli stiravano il collo”. In un altro caso, si sentono alcuni indagati discutere della truffa ai danni di due fidanzati per un totale di oltre mille euro.

Immagine di repertorio