Delrio su viadotto Himera: “Chiediamo ai cittadini fiducia”. La Sicilia dei 104 mln di fondi per infrastrutture ne ha usati solo 50mila

CATANIA – “Abbiamo avuto qualche settimana di ritardo nell’istruttoria della Protezione civile regionale che ha trasmesso i dati anche rispetto alle altre emergenze, ma recupereremo nei prossimi giorni perché i progetti sono già in stato di avanzata esecuzione dal punto di vista tecnico. Poi si partirà rapidissimamente. Abbiamo rallentato un po’ questa fase istruttoria anche perché abbiamo voluto valutare il recupero dell’altra carreggiata perché questo consentirebbe ovviamente una riduzione dei disagi a tutti i livelli e poi perché abbiamo aspettato la commissione d’inchiesta”.

A parlare così è stato il ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio a Catania in occasione della conferenza nazionale sulla mobilità sostenibile.

“Io sono un grande sostenitore della verità quindi capisco che trenta giorni in più sono considerati un ritardo, ma ci sono 40 anni di incuria e di abbandono rispetto alle infrastrutture che dobbiamo recuperare quindi chiediamo ai cittadini siciliani di fidarsi del nostro lavoro. Noi diremo la verità sempre, accerteremo le responsabilità di chi ha acconsentito a questo disastro, diciamo così per ‘distrazione’, e recupereremo il tempo perduto”. 

E proprio Delrio, lo ricordiamo, ha inviato un documento in procura puntando il dito contro l’Anas che sarebbe stata a conoscenza del rischio frana del viadotto Himera dal 1971 e a Termini Imerese è stata aperta un’indagine per disastro colposo. 

A trovarsi al centro del caos l’attuale presidente dell’Azienda Nazionale Autonoma delle Strade, Gianni Vittorio Armani che ha scelto di commentare solo così “L’Anas è patrimonio del paese e io voglio valorizzarla per fare in modo che sia volano di sviluppo”.

Certo, fa riflettere che a sette anni dall’inizio della programmazione la Regione  abbia speso solo 50 mila euro sui 104 milioni stanziati dall’Unione Europea per la realizzazione di strutture che possano prevenire i rischi idrogeologici. 

“E adesso c’è il concreto rischio che questi soldi debbano tornare a Bruxelles perché non utilizzati – tuona Salvo Pogliese, parlamentare europeo Forza Italia-PPF – Dopo oltre due mesi dal crollo dell’A19 si parla ancora di tavoli tecnici o commissioni di verifica, mentre non vi è ancora nessun intervento concreto per ‘rimettere in piedi’ l’autostrada, il cui crollo ha determinato danni economici incalcolabili per la Sicilia e disagi ai siciliani che si sarebbero evitati se si fossero utilizzati i fondi europei preposti”.