Decreto “appropriatezza”: come cambierà la sanità? I medici protestano

Decreto “appropriatezza”: come cambierà la sanità? I medici protestano

PALERMO – Era stato al centro di polemiche già lo scorso settembre quando il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, era protagonista ai tavoli di confronto con i sindacati dei medici. Stiamo parlando del così detto decreto “appropriatezza”, da pochi giorni diventato legge. In tempo di spending review il governo cerca di tagliare in qualsiasi settore e la sanità non fa eccezione. 

Ma cosa stabilisce questa nuova norma?

Oltre 200 prestazioni oggetto di prescrizione medica, dalle risonanze magnetiche ai test allergici, potranno essere eseguiti gratuitamente (o pagando il ticket, se non si è esenti) solo in alcuni casi, rigorosamente indicati dal ministero della Salute nel nome di una maggiore appropriatezza nelle cure. Se così non dovesse essere, la spesa dell’accertamento ritenuto non necessario sarà rimborsata da chi la prescrive, ovvero il medico.  

Chiaramente i camici bianchi non hanno preso bene il provvedimento appena varato e sono pronti a manifestazioni e scioperi (il primo è previsto per il 17 e il 18 marzo) per fare in modo che la legge venga modificata perché ritenuta troppo penalizzante per la categoria.

Con il provvedimento, appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale, si riduce, di fatto, il ruolo del medico, anziché i costi sanitari, con effetti pericolosi” lancia l’allarme Silvestro Scotti, vicesegretario nazionale Fimmg, nonché presidente dell’Ordine dei medici di Napoli. “Gli obiettivi di risparmio sono solo dichiarati e irrealizzabili. Prendiamo il colesterolo e i valori per i rischi infarto. Chi è in buona salutecontinua Scottipuò sottoporsi all’esame gratuitamente una volta ogni 5 anni, e questo può diventare un problema in quanto rappresenta un messaggio sbagliato che può spingere, soprattutto i gruppi più fragili e meno istruiti, a una valutazione semplicistica sull’importanza dei controlli. Significa anche rinviare la diagnosi di una malattia alla comparsa dei sintomi, quindi quando è troppo tardi per intervenire“.

Altro caso potrebbe essere quello legato ai test genetici sempre più richiesti, in particolare dalle donne incinte. “Quello sulla trombofiliasottolinea Scottiserve per valutare il rischio di una emorragia improvvisa durante la gravidanza e spesso viene suggerito dal ginecologo privato che, così, si mette al riparo da un eventuale contenzioso. Ma, in questo caso, come si arriva a sanzionare chi ha fatto un eccesso nella valutazione? Lo specialista che non opera nel pubblico non sarebbe perseguibile: paga la sanzione il medico di famiglia o la prestazione il paziente?”

Tante domande e poche certezze su una legge ancora poco limpida e dall’applicazione dubbiosa. Di sicuro solo le numerose polemiche che la attorniano e che sono destinate a durare per diversi mesi.

Noi di Newsicilia.it cercheremo di fare maggiore chiarezza nei prossimi giorni sentendo il parere di alcuni medici che spiegheranno nel dettaglio quali novità pratiche comporta la nuova noma, anche dal punto di vista del paziente.