Criminalità giovanile a Palermo, tre indagati minorenni

Criminalità giovanile a Palermo, tre indagati minorenni

PALERMO – È stata eseguita, lo scorso 14 maggio, dalla polizia di stato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre minori. Quest’ultimi, su richiesta del procuratore Claudia Caramanna, dovranno rispondere dei reati di: rapina pluri-aggravata, furto pluri-aggravato, e tentativo di estorsione, tramite il metodo del “cavallo di ritorno“. Aumentano i casi preoccupanti di criminalità giovanile.

Criminalità giovanile, i due indagati di 15 e 14 anni

I primi due indagati, 15 e 14 anni, avevano portato a termine, tra luglio e settembre 2024, il furto di un’alfa romeo giulietta, parcheggiata nel quartiere “Villaggio Santa Rosalia“. Al crimine si aggiungono anche i furti di diverse batterie di monopattini in piazzetta Messinese, oltre che di tre rapine all’interno di un ristorante di via Ernesto Basile.

Le suddette rapine sono avvenute in orari notturni, fascia che avrebbe dovuto prevedere una stretta sorveglianza da parte dei genitori. Inoltre una delle caratteristiche dei crimini perpetrati è stata la violenza, tramite l’uso di : tirapugni, strattoni e spintoni, oltre che di comportamenti intimidatori.

Il metodo del “cavallo di ritorno”, perpetrato da un 16enne

Il terzo minore invece, 16 anni, è responsabile di un tentativo di estorsione all’interno del quartiere “Borgonuovo“, tramite il metodo del “cavallo di ritorno”. Metodo già messo in atto da un coetaneo lo scorso 9 aprile, poi arrestato dal commissariato di “Porta Nuova”.

Tramite indagini più approfondite è stato poi possibile designare un quadro gravemente indiziario a carico dei tre minori. Elemento comune è costituito da una determinazione atta solo alla soddisfazione di un mero interesse economico e personale. Si tratta di crimini che fanno da segnale d’allarme per una disorganizzazione sociale, con radici che affondano in una carenza all’interno dei contesti sociali quotidiani.

Circa le condotte dei minori citati in giudizio il gip scrive:

“Apparivano indicative di una personalità che andava a strutturarsi in senso deviante, e che tende a soddisfare futili bisogni estemporanei a spese dei diritti altrui, non esitando ad usare la violenza e la forza d’intimidazione collettiva”.

Le misure restrittive nei confronti dei giovani

In seguito a questi episodi è stata stabilita l’applicazione delle misure restrittive della libertà personale. L’obiettivo di tali provvedimenti è quello di allontanare i minori da contesti criminogeni, in cui sembravano già inseriti perfettamente.

Si ricorda tuttavia che le responsabilità penali saranno definite solo dopo l’emissione di eventuali sentenze passate in giudizio, secondo il principio costituzionale della presunzione d’innocenza.