PALERMO – “Eccomi, sono io quello che cercate”. Con queste parole si sarebbe costituito nel carcere minorile Malaspina di Palermo il 17enne che ha ucciso Aldo Naro con un calcio alla nuca durante una festa alla discoteca Goa nella notte tra venerdì e sabato.
Come anticipato ieri il 17enne, dopo qualche tentennamento, avrebbe reso nella notte “confessione piena” ed è così scattato il provvedimento di fermo. Al momento con l’accusa di omicidio doloso.
Gli inquirenti hanno mostrato al minorenne i fotogrammi e i video che lo inchiodano e, messo alle strette, lo hanno indotto a confessare. I carabinieri lo avevano cercato già nelle scorse ore nel suo appartamento nel quartiere Zen di Palermo.
Dopo una breve “fuga” dal quartiere il ragazzo ha deciso di costituirsi. Secondo le indagini la sera dell’uccisione di Aldo Naro non era da solo: almeno altri cinque ragazzi avrebbero partecipato alla rissa.
E nelle fasi concitate dello scontro fatto di scambio di colpi e spintoni Aldo Naro è finito per terra. Ma non è riuscito a rialzarsi perché uno dei ragazzi del branco lo ha colpito con un calcio alla tempia. Talmente violento da provocare un’emorragia cerebrale e poco dopo la morte, come ha accertato il medico legale Paolo Procaccianti durante l’autopsia. Ieri sera, tra le lacrime, la confessione e il fermo per omicidio.
Il provvedimento di fermo per omicidio doloso è firmato dal Procuratore di minori di Palermo dopo un interrogatorio durato otto ore.