Concessioni lidi balneari, la Regione Siciliana ci ripensa: prima proroga le concessioni e poi fa dietrofront

Concessioni lidi balneari, la Regione Siciliana ci ripensa: prima proroga le concessioni e poi fa dietrofront

PALERMO – La Regione Siciliana fa dietrofront sulle concessioni balneari ai proprietari di lidi. Alla fine dell’anno 2021 vi era stata una sentenza emanata dal Consiglio di Stato che ha bocciato l’estensione delle concessioni demaniali fino all’anno 2033.

I Fatti

Di risposta, l’assessore regionale al Territorio Toto Cordaro aveva comunicato già nel 2019 che voleva ignorare la pronuncia fatta dal Consiglio di Stato in virtù di una norma che solo la Regione siciliana aveva previsto per l’estensione delle concessioni.

A conferma di questo nel portale istituzionale della Regione Siciliana si possono ancora leggere le sue dichiarazioni più recenti, del 16 febbraio 2022: “Lo stop alle proroghe delle concessioni balneari è visto con grande preoccupazione dal Governo Musumeci. Avevamo fatto nostro quanto sancito dalla Legge di Stabilità nazionale del 2018, con l’estensione delle concessioni demaniali al 2033, e oggi il provvedimento adottato da Roma ci appare iniquo“.

Seppure sia condivisibile la bontà del principio dell’evidenza pubblica, non si tiene conto della storia e degli investimenti fatti dagli attuali concessionari, né del percorso di qualità che in Sicilia avevamo intrapreso, ad esempio, con il rinnovo delle certificazioni antimafia e con l’incasso di tutti i canoni che hanno generato un introito di ben 15 milioni di euro per la Regione Siciliana“. Lo ha affermato l’assessore regionale al Territorio e all’Ambiente Toto Cordaro, commentando l’emendamento al decreto legge Concorrenza e il disegno di legge approvati dal Consiglio dei ministri.

Temiamo – aggiunge Cordaro – che così i grandi operatori economici internazionali possano accaparrarsi le migliori spiagge della Sicilia. Abbiamo già proposto alla Conferenza della Regioni due punti che vanno approfonditi e che ci auguriamo vengano recepiti nell’iter parlamentare: il diritto di prelazione, che crediamo debba essere messo in campo per garantire il know-how, le somme investite e l’attività svolta negli ultimi 30 anni dagli attuali titolari di concessione; la necessità di adottare un criterio di perequazione che dia a tutti la possibilità di concorrere utilmente”.



In questi 4 anni – prosegue l’assessore – Il governo regionale ha tutelato il settore perché lo ritiene strategico sotto il profilo dello sviluppo economico e sociale della Sicilia: stiamo parlando di circa 3.000 imprenditori che offrono fino a 100mila posti di lavoro, tra diretti e indotto, e rappresentano una parte importante del Pil dell’Isola. La cui economia, colpita dal Covid, il governo regionale continuerà a tutelare. Se sarà necessario chiederemo di aprire un tavolo di confronto con l’esecutivo nazionale. Attendiamo, intanto, il passaggio in Parlamento“.

Il dietrofront

Ma, dopo aver detto che non avrebbe applicato la norma nazionale, in quanto era stata approvata con una legge regionale, che ferma le proroghe alle concessioni al dicembre 2023 per poi concederle dopo la gara, ora giunge l’adeguamento alla decisione del Consiglio di Stato. Attraverso una lettera, viene comunicato ai gestori e alle capitanerie che la concessione termina il 31 dicembre 2021.

Da fine febbraio i gestori dei lidi stanno ricevendo le lettere che fissano invece la scadenza delle licenze. I sindacati di categoria annunciano battaglia e ricorsi.

Foto di repertorio