Commemorazione Carnevale. La Camusso a Palermo: “Regione deludente, fatto poco per lo sviluppo”

PALERMO – Oggi a Palermo la cerimonia al Giardino della Memoria di Ciaculli per commemorare il sindacalista Salvatore Carnevale, ucciso dalla mafia nel 1955, a Sciara. Nel corso dell’iniziativa, organizzata da Unione Cronisti Italiani e Associazione Nazionale Magistrati, è stato piantato un albero a suo nome alla presenza dei familiari mentre il giornalista Dino Paternostro ha illustrato la storia del sindacalista.

Presenti, tra gli altri, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, il segretario nazionale della Cgil, Susanna Camusso, il prefetto del capoluogo, Antonella De Miro, il questore Guido Longo, i vertici regionali e provinciali della Cgil e, per l’Unci, il vicepresidente nazionale, Leone Zingales, mentre per la sezione distrettuale dell’Anm partecipa il presidente Matteo Frasca.

E proprio Susanna Camusso, in quest’occasione è tornata sulla vicenda Almaviva.

“È inammissibile che un settore come quello dei call center non riceva le risposte necessarie. Da un lato quelle che riguardano la concorrenza leale del mercato, perché il settore dei call center è uno di quelli più sottoposti a una logica del massimo ribasso e delle esternalizzazioni fuori dal Paese determinando in questo modo la concorrenza sleale. Ci aspettiamo che vengano applicate ed effettivamente attuate le norme esistenti. 

Parimenti – ha sottolineato – continuiamo a chiedere che, a partire dalle grandi aziende partecipate pubbliche, non si facciano gare al massimo ribasso ma si rispettino i contratti di lavoro e le condizioni. Questa vicenda ci dice che il tema degli ammortizzatori per settori come i call center va affrontato dando soluzioni di lungo periodo. La vertenza Almaviva come altre con altri call center indica che stiamo vivendo una stagione di trasformazione.

A chi ha chiesto un commento sulla rottura delle trattative con l’azienda, la Camusso ha risposto che “non c’è stata una rottura, ma un’ipotesi del governo che non aveva la concreta prospettiva di risolvere il problema ma lo rinviava soltanto di qualche tempo. Ed è stata respinta dai lavoratori. Questa è già una grande vertenza perché riguarda tutto il gruppo articolato tra Palermo, Milano, Roma, Napoli. Siamo nella dimensione in cui una delle più grandi aziende di call center può stare dentro le normali regole oppure deve subire la logica delle delocalizzazioni e del massimo ribasso. Come sempre quando un settore intero è in difficoltà servono una politica industriale e investimenti. Non e’ una vertenza risolvibile solo nel rapporto con l’azienda.

C’è un disagio generale. Continua la politica di austerità e continua la sottovalutazione delle necessità – ha aggiunto -. Basta pensare ai dati usciti in questi giorni sulla diminuzione degli iscritti alle università e sulle difficoltà delle università del Mezzogiorno. È sugli elementi strutturali che non si è intervenuto. Da questo punto di vista – ha proseguito Camusso – credo che la Regione abbia deluso in varie occasioni, dal cosiddetto intervento per rilanciare questa regione all’incapacità di affrontare i temi. A questo si somma il fatto che le attività industriali tradizionali sono in difficoltà e le cosiddette nuove industrie, come i call center, sono anch’esse in difficoltà. Siamo nella morsa tra l’incapacità di sostenere l’industria tradizionale e il non aver determinato l’innovazione. Anche sul piano dell’istruzione era necessaria una nuova fase di sviluppo.

Le vertenze aperte sono infinite, il contrasto a modelli sbagliati come quelli dell’austerità e dei continui tagli invece degli investimenti sono all’ordine del giorno, come deve essere quotidiana la lotta alla criminalità organizzata”.