Caso Italo-Belga, la Regione attende gli esiti dell’istruttoria

Caso Italo-Belga, la Regione attende gli esiti dell’istruttoria

PALERMO – Prosegue la vicenda legata alla concessione demaniale della spiaggia di Mondello alla società Italo-Belga, dopo le rivelazioni dei giornalisti Ismaele La Vardera e Massimo Giletti, che hanno sostenuto come all’interno dell’azienda lavorino il fratello e i nipoti di Salvatore Genova, boss detenuto e considerato figura di rilievo del mandamento mafioso di ResuttanaSan Lorenzo.

La vicenda

Genova, ritenuto vicino alle famiglie Madonia e Lo Piccolo, era stato arrestato e successivamente condannato nel novembre 2024, con rito abbreviato, a 18 anni di reclusione per associazione mafiosa.

L’indiscrezione sui rapporti di parentela dei dipendenti ha sollevato un’ondata di polemiche e richieste di chiarimento sulla regolarità della concessione demaniale in capo alla Italo-Belga.

La richiesta di aggiornamenti

La Regione Siciliana, attraverso l’Assessorato del Territorio e dell’Ambiente, ha fatto sapere di aver già richiesto alla Prefettura di Palermo aggiornamenti e approfondimenti istruttori sulla posizione della società e dei soggetti a essa collegati. L’obiettivo è acquisire elementi ufficiali e completi utili alle successive valutazioni di competenza.

La nota della Regione

“La Regione Siciliana – si legge nella nota – ha già richiesto alla Prefettura di Palermo aggiornamenti e approfondimenti istruttori in merito alla posizione della società Italo-Belga e dei soggetti a essa collegati, al fine di acquisire elementi ufficiali e completi per le successive valutazioni di competenza e mantiene alta l’attenzione in attesa degli esiti dell’istruttoria prefettizia. Solo al termine delle verifiche potranno essere adottati i provvedimenti conseguenti nel rispetto delle norme e dei principi di legalità, trasparenza e proporzionalità dell’azione amministrativa”.

Al momento, tuttavia, non risultano provvedimenti da parte dell’autorità giudiziaria o della Prefettura che attestino un rischio concreto di infiltrazione mafiosa o la perdita dei requisiti soggettivi del concessionario.

“In assenza dei presupposti oggettivi per procedere a una revoca – precisa ancora lAssessorato – rimaniamo in attesa di accertamenti da parte delle autorità competenti”.