Caso Arata e “mazzette”: arrestato un altro funzionario regionale

PALERMO – Emergono nuovi dettagli nell’inchiesta della procura di Palermo e della Dia di Trapani che vede coinvolti Paolo Arata e Vito Nicastri.

Questa mattina, gli investigatori della Dia di Trapani hanno notificato due provvedimenti di arresti domiciliari: a Giacomo Causarano, ex funzionario dell’assessorato all’Energia, e all’imprenditore milanese Antonello Barbieri.

Il primo è finito in manette con l’accusa di aver favorito gli affari di Francesco Paolo Arata, l’ex consulente per l’energia del ministro Salvini in società con Vito Nicastri, ritenuto vicino al boss Matteo Messina Denaro.

All’ex funzionario regionale, infatti, viene contestata l’accusa di corruzione perché avrebbe aggiustato e orientato alcune pratiche della coppia Arata Nicastri.

Accuse di intestazione fittizia, autoriciclaggio e corruzione sono quelle rivolte, invece, all’imprenditore milanese; le stesse mosse ad Arata e Nicastri per le quali sono in carcere.

Le indagini erano già iniziate lo scorso 18 aprile in seguito ad alcune perquisizioni fra Trapani, Palermo e Roma, che avevano coinvolto pure l’allora sottosegretario ai Trasporti Armando Siri.

Poi il 12 giugno sono scattate le manette per Arata, Nicastri e loro figli, Francesco e Manlio, e i domiciliari per Alberto Tinnirello, ex dirigente dell’assessorato regionale all’Energia.

Fonte foto: Ansa.it