PALERMO – Il Tribunale del Riesame ha accolto le istanze delle difese e ha deciso di restituire circa 20 milioni di euro che erano stati precedentemente sequestrati all’Amap.
Questo sequestro era avvenuto nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Procura europea, che accusava l’Amap di indebita percezione di erogazioni pubbliche, in particolare di un prestito ottenuto dalla Banca europea degli investimenti.
Al momento, non sono ancora note le motivazioni specifiche di questa decisione, le quali saranno depositate entro 45 giorni.
L’accusa mossa contro i vertici dell’Amap sosteneva che essi fossero a conoscenza delle irregolarità commesse, ma avessero scelto di tacere.
I giudici del Tribunale del Riesame hanno invece ritenuto valide le argomentazioni presentate dagli avvocati Giovanni Di Benedetto, Fabrizio Biondo e Marco Martorana, i quali hanno contestato la ricostruzione dei fatti proposta dai pm Gery Ferrara e Amelia Luise.
Va notato che tale ricostruzione era stata accolta dal gip Angela Lo Piparo il 25 maggio precedente, creando notevoli difficoltà all’azienda, che è una partecipata anche del Comune di Palermo.
Il Comune ha dovuto garantire somme di denaro per consentire il pagamento degli stipendi e per evitare la completa paralisi delle attività dell’Amap.
Secondo l’accusa, i vertici dell’ex municipalizzata, ovvero il direttore generale Giuseppe Ragonese, l’amministratore unico Alessandro Di Martino e Maria Concetta Prestigiacomo (che è stata amministratore unico da marzo 2014 a marzo 2019), avrebbero omesso di comunicare una serie di “gravi e reiterate violazioni in materia ambientale” che avevano portato al commissariamento dell’Amap e al rinvio a giudizio di alcuni dirigenti.
Tale omissione avrebbe avuto lo scopo di ottenere il prestito dalla Banca europea degli investimenti, senza mai informare la banca delle gravi questioni legali in corso. Inoltre, secondo l’accusa e il gip, i vertici avrebbero commesso diverse irregolarità nella rendicontazione finanziaria.
D’altra parte, gli avvocati della difesa hanno sostenuto che l’inchiesta relativa ai reati ambientali è stata avviata successivamente alla concessione del prestito e quindi non avrebbe influenzato i requisiti per ottenere il finanziamento.
Hanno inoltre affermato che immediatamente dopo la decisione di commissariare l’azienda, la Banca europea degli investimenti avrebbe richiesto chiarimenti all’Amap, e l’azienda avrebbe fornito tali chiarimenti tempestivamente.
Di conseguenza, secondo la difesa, la banca sarebbe stata pienamente consapevole della situazione. Inoltre, l’ex municipalizzata avrebbe dimostrato documentalmente di avere i fondi pronti in anticipo per pagare le rate del mutuo concesso dalla Banca europea.
“Accogliamo con sollievo la notizia ricevuta: il provvedimento del tribunale del riesame che ha disposto l’annullamento del sequestro nei confronti di Amap. Fin dall’inizio ci siamo prodigati, essendo il Comune di Palermo proprietario della quasi totalità delle azioni, per garantire la continuità aziendale e il mantenimento dei livelli occupazionali.
Certamente non ignoriamo che l’esistenza di due procedimenti penali che riguardano la partecipata del servizio idrico impone di dedicare particolari attenzioni alla società, ma siamo certi che con questo provvedimento di annullamento del sequestro, si potrà far fronte con serenità alla stagione estiva che naturalmente destava preoccupazione nei tanti sindaci aderenti al servizio idrico integrato.
Amap continuerà dunque a lavorare potendo guardare con maggiore serenità al proprio futuro mentre, confidando nel lavoro dell’autorità giudiziaria alla quale si è offerta fin dall’inizio massima collaborazione, si attende che la giustizia faccia il suo corso“.
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