PALERMO – Si fa sempre più serrato lo scontro politico in merito al caso dell’emergenza sepolture a Palermo, in particolare al cimitero dei Rotoli dove numerose salme attendono da diverse settimane di ricevere degna sistemazione a causa dell’assenza di posti.
Se da un lato il sindaco Leoluca Orlando ha denunciato una scarsa collaborazione istituzionale per la realizzazione del cimitero di Ciaculli, dall’altro lato è giunta immediata la replica del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, proprio nei confronti del primo cittadino di Palermo.
“Il sindaco Orlando dovrebbe avere il buon gusto di non pronunciare la parola ‘cimitero’. Si metta, peraltro, d’accordo con il suo assessore ai Lavori pubblici, che alla Regione ha dichiarato che la progettazione del cimitero non è neppure allo stato di progetto definitivo“, ha tuonato Musumeci.
“Noi faremo la nostra parte – prosegue il governatore siciliano – e non escludo di assumere l’iniziativa sui Rotoli anche con la dichiarazione dello stato di emergenza. Ma mi chiedo come sia possibile che, conscio della emergenza, il Comune non abbia ancora oggi un progetto né esecutivo né definitivo e quindi non cantierabile“.
“La pianificazione richiesta da questa anticipazione di Fsc richiede l’immediata cantierabilità, presupposto che i dipartimenti regionali stanno verificando in tutti i progetti presentati“.
“Sul piano della collaborazione istituzionale, il sindaco di Palermo dovrebbe ricordare che la Regione non ha mai negato sostegno ai Comuni, come lui ha tante volte evidenziato. Anche in questo caso faremo la nostra parte, perché lo meritano i palermitani“, conclude Musumeci.
Nel frattempo, sempre nella giornata di ieri, la Giunta comunale di Palermo ha approvato una delibera che fissa a 300 euro il costo di ognuno dei 189 loculi ipogei al cimitero dei Rotoli.
Si tratta di una misura, secondo il sindaco Orlando, che dovrebbe “offrire una risposta alle famiglie più indigenti e a quelle che hanno optato per l’inumazione che però al momento non è possibile a causa della carenza di adeguati spazi alternativi“.
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