PALERMO – Continuano le polemiche sul metal detector a Palazzo dei Normanni.
Misure di sicurezza necessarie in un periodo storico critico come quello attuale ma non gradite da molti.
Dopo le proteste e le successive esenzioni ai controlli per i deputati dell’Ars arriva la protesta dei dipendenti. Per il sindacato Osa-Ars questa disparità “potrebbe essere interpretata come un ulteriore privilegio” riservato ai parlamentari.
Il sindacato denuncia “l’ennesima discriminazione“ e il diverso trattamento che la disposizione genera fra politici e impiegati di Palazzo dei Normanni.
“Già in occasione del riconoscimento del monumento a patrimonio dell’umanità – scrive l’Osa-Ars – si sono adottati due pesi e due misure riguardo la destinazione d’uso dei due parcheggi di pertinenza, sacrificando alla giusta causa Unesco soltanto quello adibito alla sosta delle auto del personale e salvaguardando invece l’altro adibito alla sosta delle auto blu, a parcheggio deputati e dei vertici burocratici dell’Ars, a discapito, in realtà, di qualsiasi tutela del sito“.
Per l’Osa-Ars “ragioni di opportunità consiglierebbero che chiunque operi stabilmente all’interno del Palazzo (identificato con tesserino permanente con foto) sia esonerato da tali controlli per frequenza di passaggi dato che molti lavoratori entrano ed escono varie volte per motivi di servizio o legati all’attività politica“. Inoltre, “visto l’utilizzo dello stesso varco, il rischio cui viene posto il personale per il concomitante accesso di turisti e di soggetti estranei all’amministrazione e dunque di ‘significativi afflussi di persone’ così come evidenziato dalla nota della Prefettura di Palermo con cui si invita a mettere in atto tutte le procedure di sicurezza più opportune, essendo tale sede considerata tra gli obiettivi sensibili“.
Già a novembre, all’indomani dell’istallazione e dell’inizio dei controlli il deputato regionale Totò Cordaro, aveva “protestato” per essere stato perquisito all’ingresso.
“Ho letto la nota prefettizia e da nessun parte è scritto che i dipendenti e i deputati devano essere perquisiti”, aveva tuonato Cordaro. Il deputato durante un intervento in Aula si era chiesto: “Non credo che io debba essere perquisito prima di entrare a casa mia. Tra l’altro ho saputo che il Presidente e l’Ufficio di Presidenza possono entrare da una entrata speciale senza bisogno di essere perquisiti. Non tollererò un’altra volta un atteggiamento come quello che mi è stato riservato”.
Il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone aveva tentato di sedare i toni: “Parlare di delegittimazione del parlamento perché si è sottoposti ai controlli all’ingresso dell’Ars, francamente mi sembra troppo. Sono stato sottoposto a controllo anch’io – continua – e perfino il questore di Palermo. Ci sono questioni, in un momento così particolare, che non possono essere gestite da noi e non dipendono dalla volontà di quest’Aula. Io per primo avevo segnalato i disagi che ne derivano, ma sono regole che dobbiamo osservare“.