Brutale aggressione in via Roma, giovane rompe gamba a un poliziotto in borghese

Brutale aggressione in via Roma, giovane rompe gamba a un poliziotto in borghese

PALERMO – Brutale aggressione la notte scorsa a Palermo. Il protagonista del dramma è un’agente di polizia in borghese che è stato ferito in via Roma da un giovane di 27 anni. Il poliziotto si trovava in compagnia di un collega quando, dopo aver concluso il servizio di controllo nell’ambito della movida in piazza Sant’Anna, si stava avviando verso la macchina. È stata in quell’occasione che il 27enne sarebbe entrato in azione, probabilmente da ubriaco.

In base a quanto emerso, inizialmente il giovane era accompagnato da altre due persone che poi sarebbero fuggite. Dopo aver subìto il primo colpo, l’agente si sarebbe qualificato e avrebbe cercato di fermare il giovane che però tentava ancora di colpirlo.

Durante la colluttazione i due sarebbero caduti a terra e il giovane, il cui peso è stimato tra gli 85 e i 90 chili, è atterrato sulla gamba del poliziotto causandogli una frattura. Il giovane è stato poi fermato e condotto in commissariato per l’identificazione e l’arresto, mentre il poliziotto è stato portato all’ospedale Civico dal personale medico del 118, dove gli è stata diagnosticata la lesione che richiederà circa 30 giorni per la guarigione.

Dopo aver trascorso la notte ai domiciliari, il 27enne – sposato, padre di tre figli e residente nella zona di corso dei Mille – comparirà in Tribunale il giorno successivo. Durante l’udienza di convalida, il giudice per le indagini preliminari deciderà se applicare o meno una misura cautelare all’indagato, in attesa del processo.

Aggredisce l’amico che lo ospita e ferisce il figlio neonato: arrestato 36enne

È stato arrestato lo scorso 26 febbraio a Licata (Agrigento) un uomo di 36 anni, originario della Romania, accusato di rapina in concorso, minacce e lesioni personali.

Si chiama Alin Dragos Rauta: è stato condannato a 3 anni e 8 mesi dopo essersi reso protagonista di una violenta rapina ai danni di un amico che aveva deciso di ospitarlo.

A emanare il provvedimento, poi eseguito dai poliziotti del commissariato di Licata, è stata la Corte di appello di Palermo. Il 36enne non ha agito da solo, infatti è stato aiutato da un complice. L’episodio a cui si fa riferimento è avvenuto nell’estate del 2018.

La vittima della rapina è un suo connazionale a cui Rauta intendeva rubare 400 euro: per farlo l’uomo ha aggredito l’amico dal quale alloggiava. Dopo averlo picchiato, si è recato nell’abitazione dove vivevano la moglie e il figlio della vittima.

Al neonato ha procurato uno sfregio, mentre alla donna ha rivolto una serie di minacce per intimidirla e fare in modo che non lo denunciasse.

In primo grado Rauta era stato condannato a 5 anni e 4 mesi, ma in secondo grado la sua pena è stata ridotta a 3 anni e 8 mesi.

Minacce e violenze continue ai danni di moglie e figlia: in carcere un 54enne nel Catanese

La Procura distrettuale di Catania, nell’ambito di un’indagine su un uomo di 54 anni di Giarre per il reato di abusi domestici, ha chiesto e ottenuto dal giudice istruttorio del Tribunale di Catania l’emissione di un ordine di custodia cautelare nei suoi confronti.

Questo ordine è stato eseguito dalla locale stazione dei carabinieri. L’inchiesta, coordinata da un gruppo di magistrati specializzati sulla violenza di genere, è ancora in una fase in cui l’imputato non ha ancora avuto l’opportunità di presentare la sua versione dei fatti. Ha fatto luce sul comportamento dell’uomo, accusato di continui episodi di violenza fisica e psicologica ai danni della moglie 52enne e della figlia 23enne.

Secondo quanto riferito, l’uomo aveva mostrato un comportamento irritabile e irragionevole nei confronti di sua moglie dall’inizio del loro matrimonio nel 1996.

Questo comportamento era peggiorato negli ultimi anni dopo che era stato licenziato dal lavoro, causandogli la depressione. Tuttavia, ha cercato un trattamento per la sua condizione solo a intermittenza, il che ha peggiorato la sua salute mentale.

Il 27 dicembre, la moglie dell’uomo ha presentato una denuncia formale contro di lui per i ripetuti e violenti atti di abuso che aveva subito, elencando in dettaglio i maltrattamenti che aveva subito nel tempo.

Il 26 novembre, per motivi banali legati ai bisogni della figlia, l’uomo avrebbe prima rotto la televisione con un utensile da tavolo, affermando: “L’ho fatto per non lanciartelo addosso“. Poi ha rotto un bicchiere e ha cercato di aggredire la figlia fuori casa ma è stato fermato dalla moglie, che purtroppo è stata schiaffeggiata da lui.

Di conseguenza, la donna, in cerca di sicurezza per sé e sua figlia, ha lasciato la casa di famiglia per rifugiarsi dai suoi genitori. Suo cognato ha cercato di riconciliare la coppia, ma hanno avuto uno scontro fisico dopo che l’uomo ha perso la pazienza.

La donna di 52 anni, che non aveva mai denunciato gli abusi del marito, è stata costretta a compiere atti sessuali contro la sua volontà, mentre veniva abusata verbalmente.

La figlia ha confermato il comportamento violento e minaccioso del padre, rivelando di essere stata sottoposta a pressioni psicologiche indescrivibili, che l’avevano privata di ogni autonomia nella sua vita sociale al di fuori della cerchia familiare. L’uomo ha incolpato i suoceri per il mancato ritorno di sua moglie alla loro casa coniugale e quindi è andato a casa loro in un’occasione.

Quando suo suocero di 81 anni si è rifiutato di farlo entrare, l’uomo ha forato tre pneumatici della sua auto con un coltello, minacciandoli tutti di morte.

Data la progressiva crescente aggressività dell’uomo, il giudice preliminare di Catania ha accolto la richiesta di detenzione in carcere, ulteriormente motivata dal suo comportamento. L’uomo è stato successivamente portato nel carcere di piazza Lanza a Catania.