PALERMO – Bruciò vivo, la notte del 10 marzo 2017, un clochard, adesso per il 45enne Giuseppe Pecoraro è stato chiesto il carcere a vita.
I pm Alfredo Gagliardi e Maria Forti, hanno chiesto per il benzinaio l’ergastolo per aver arso vivo il clochard, Marcello Cimino, mentre quest’ultimo dormiva, in un giaciglio davanti al ricovero dei Cappuccini a Palermo.
All’inizio dell’udienza, gli avvocati di Pecoraro, Carolina Varchi e Brigida Alaimo, hanno richiesto la sospensione del processo per avere la facoltà di accertare la capacità di stare in giudizio di Pecoraro. La richiesta, però, data l’opposizione della Procura e del difensore delle parti civili, Antonino Palazzotto. è stata respinta dal giudice.
Il benzinaio palermitano è stato arrestato poche ore dopo aver commesso il brutale delitto. Questo è stato possibile grazie alle telecamere di videosorveglianza che hanno ripreso l’omicidio.
Pecoraro confessò subito di aver ucciso il senza tetto, raccontando, però, che l’uomo aveva insidiato la compagna.
I periti nominati dal giudice hanno smentito la perizia della difesa dichiarando che l’uomo al momento del delitto era capace di intendere e di volere.