Beni confiscati alla mafia: Silvana Saguto, rimossa dalla magistratura

Beni confiscati alla mafia: Silvana Saguto, rimossa dalla magistratura

PALERMO – Rimozione dai ranghi della magistratura. È questa la sanzione decisa dal Consiglio superiore della magistratura per Silvana Saguto, ex presidente della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo, sotto processo a Caltanissetta per la gestione dei beni confiscati alla mafia e le nomine di amministratore giudiziario, che – secondo l’accusa – avrebbero favorito anche familiari e amici.

Nell’ottobre del 2016 la Procura della Repubblica di Caltanissetta aveva disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo – finalizzato alla confisca – di ingenti somme di denaro e beni immobili ricavati da atti di corruzione, concussione, peculato, truffa aggravata e riciclaggio a carico di Silvana Saguto, Gaetano Cappellano Seminara, Carmelo Provenzano, Maria Ingrao, Roberto Nicola Santangelo, Walter Virga e Luca Nivarra.

Lo scorso 22 gennaio è iniziato il processo: il giudice Saguto è stato imputato con l’accusa di associazione a delinquere, reati contro il patrimonio e la gestione dei beni confiscati alla mafia. Con la sua condotta, la Saguto avrebbe creato un danno patrimoniale enorme; gli avvocati dello Stato chiesero, infatti, sette milioni di euro di risarcimento.

Come se non bastasse, il 23 marzo scorso è emerso che anche il marito – Lorenzo Caramma – grazie al potere decisionale della moglie avrebbe ricoperto una posizione privilegiata rispetto ad altri assistenti addetti alla manutenzione dei mezzi del gruppo Buttitta.