PALERMO – Su delega della procura del tribunale per i minorenni, la polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, che prevede il collocamento in comunità, nei confronti di cinque ragazzi appartenenti a una baby gang. I giovani sono accusati di lesioni aggravate in concorso.
Il provvedimento è stato eseguito dalla squadra mobile in seguito a un’indagine avviata dalla sezione “contrasto al crimine diffuso – falchi”. L’indagine è stata avviata a seguito di una violenta aggressione verificatasi il 4 dicembre scorso in via Candelai, una zona frequentata durante la movida cittadina. Durante l’aggressione, quattro maggiorenni hanno utilizzato un “tirapugni” per compiere atti di violenza ingiustificati. Le vittime sono state portate in ospedale e hanno riportato fratture alla mandibola e traumi cranici che hanno richiesto un intervento chirurgico maxillo-facciale con l’applicazione di protesi. La prognosi è stata di 40 giorni.
Grazie alle immagini dei sistemi di videosorveglianza, sono stati identificati circa quindici membri della baby gang, tra cui due maggiorenni che sono stati denunciati alla procura. Gli autori dell’aggressione sono stati individuati anche grazie alle fotografie scattate dalle vittime, all’analisi dei telefoni cellulari, ai tabulati telefonici e ai profili social dei membri della banda. Inoltre, sono state effettuate perquisizioni e sequestri di apparecchi radiomobili nei confronti di altri 8 minorenni che sono indagati per lo stesso reato, ma non sono stati sottoposti a provvedimenti restrittivi.
Baby gang a Palermo: la ricostruzione del questore
“La baby gang composta da 15 individui che ha commesso un attacco il 4 dicembre in via Maqueda angolo via Candelai è stata identificata e portata davanti alla giustizia: di questi, 13 sono minorenni, purtroppo abituati alla violenza come unico modo di espressione“.
Queste sono le parole del questore di Palermo, Leopoldo Laricchia, riguardo all’operazione che ha smascherato una baby gang a Palermo. “Si tratta di una violenza feroce“, ha commentato il questore, “senza freni e apparentemente senza motivo; tuttavia, la motivazione che la sottende è ancora più preoccupante in quanto alimentata dall’istinto di sopraffazione del prossimo, fino a annullarlo completamente. Le lesioni inflitte alle vittime sono estremamente gravi, e tutto ciò è avvenuto in meno di due minuti. Non è stato neanche possibile avvisare le forze di polizia, figuriamoci intervenire sul momento“.
“L’indagine è stata avviata immediatamente e condotta dalla Questura”, spiega Laricchia, “e ha permesso di ricostruire tutti gli aspetti dell’episodio e di individuare tutte le persone coinvolte, nel rispetto dei tempi necessari per un’indagine che possa supportare provvedimenti legalmente motivati dall’Autorità Giudiziaria. Adesso gli atti verranno esaminati per valutare eventuali ulteriori provvedimenti di sicurezza previsti dalla legge“.