Aziende confiscate alla mafia: oltre il 90% sono in liquidazione

Aziende confiscate alla mafia: oltre il 90% sono in liquidazione

PALERMO – Secondo uno studio condotto da Srm, pubblicato su “Rassegna economica” in un articolo dal titolo “Le aziende sequestrate alla criminalità organizzata: valore, limiti e problematiche di gestione”, in Italia sono 1.707 le imprese sottratte agli affari della mafia.

Si tratta di attività che operano prevalentemente nel turismo, nelle costruzioni, nel commercio.

Sono 17 le regioni italiane interessate, 6 delle quali particolarmente “colpite”. Tra l’altro, oltre la metà delle imprese confiscate si trovano in Sicilia con un 36,5% e Campania con il 20,3%.

Al nord il fenomeno è più contenuto anche se le province di Milano, Lecco, Brescia, Como e Bologna, fanno registrare un numero non indifferente di confische.

Il dato sicuramente più preoccupante è quello che riguarda il destino delle migliaia di lavoratori impiegati in tali aziende.

I dati 2013 dell’Osservatorio Transcrime hanno rivelato, infatti, che in circa il 90% delle imprese confiscate sono in corso le procedure concorsuali (liquidazione o fallimento) e che oltre 72 mila lavoratori hanno perso il lavoro.

”Il Banco di Napoli – ha dichiarato il presidente Maurizio Barraccoè da sempre vicino al territorio ed è pronto a collaborare per migliorare l’efficienza del sistema che significa disponibilità dei mezzi economici anche dopo i sequestri”.

Dallo studio emerge, inoltre, che il 50% delle aziende confiscate ha un capitale medio che oscilla tra i 10 e i 20 mila euro (trattandosi prevalentemente di s.r.l.) e con una vita media di circa 10 anni tra costituzione e confisca.

”È importante – ha sottolineato Massimo Deandreis, direttore generale Srm e responsabile della rivista – fare in modo che le imprese sequestrate continuino a svolgere attività d’impresa e non falliscano perché sarebbe un doppio fallimento. Per gestire la fase post sequestro e di reinserimento nel ciclo produttivo legale servono capacità manageriali e gestionali che non sempre ci sono”.