PALERMO – Gli ex dipendenti regionali che hanno una pensione non superiore a 2.101 euro lordi riceveranno dal mese di aprile un aumento di circa 140 euro. Quanti vivono con un assegno che non supera i 2.626 euro potranno contare mediamente su 162 euro in più e gli ex dipendenti che hanno mensilmente un massimo di 3.152 euro lordi si vedranno accreditare 122 euro in più.
La Regione Siciliana rivaluta le pensioni e assegna anche ai suoi 19.009 ex dipendenti lo scatto che serve per recuperare l’inflazione galoppante.
A differenza di quanto accaduto all’Ars per deputati ed ex deputati, l’aumento per gli ex funzionari non è uguale per tutti: è stato costruito applicando un meccanismo che assegna un extra dal valore decrescente man mano che aumenta la base già percepita.
È un sistema che fa sì che le pensioni dei dirigenti, ovviamente le più alte, aumentino in percentuale meno di quelle di tutti gli altri.
Filippo Nasca, il dirigente del Fondo Pensioni, ha firmato i decreti e completato le tabelle della cosiddetta “perequazione automatica” che scatterà formalmente con l’assegno di aprile.
Le parole di Claudio Barone
“È sbagliato considerare come aumenti – afferma il leader della Uil Pensionati Sicilia, Claudio Barone – l’adeguamento economico per i 21 mila pensionati regionali annunciato dal Fondo Pensioni. Le pensioni più basse recupereranno, un anno dopo, il taglio del potere d’acquisto provocato dall’alta inflazione. Ma per quelle più alte, invece, il recupero sarà in gran parte negato dalla attuale normativa. La rivalutazione sarà minima, meno di un quarto dell’inflazione con una differenza che supererà il 4 per cento. Un danno per questi pensionati di oltre duemila euro all’anno. Per questo non ha senso di parlare di aumenti“.
“La Uil Pensionati ha già – aggiunge Barone – promosso contro le norme nazionali delle cause pilota che puntano alla dichiarazione di incostituzionalità di questi provvedimenti. Annunciamo la disponibilità a fare lo stesso per il trattamento dei pensionati regionali che potranno così promuovere un’azione legale, individuale, ma senza oneri perché sostenuto dal sindacato. È importante fare capire che i trattamenti pensionistici non possono essere il bancomat dei vari governi che sempre hanno attinto dalle tasche dei più deboli. Le tasse bisogna farle pagare agli evasori e non tagliare ai pensionati che hanno versato contributi previdenziali per una vita e che devono averli ripagati in maniera equa“.