PALERMO – Truffa aggravata, false attestazioni o certificazioni e appropriazione indebita: sono le accuse pendenti su diciotto soggetti raggiunti oggi a Palermo da una ordinanza di applicazione della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria.
L’indagine, condotta da maggio a luglio 2021, ha consentito di acquisire gravi elementi indiziari circa l’esistenza di un collaudato sistema alla Rap di Palermo, con molteplici casi di assenteismo poste in essere in forma concorsuale tra i diversi dipendenti attraverso la reciproca condivisione dei tesserini marcatempo.
Centouno le persone indagate, facenti parte dell’azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti.
Le indagini sono partite dopo l’esposto di una funzionaria su carburante rubato ai mezzi.
Inoltre sono stati acquisiti gravi elementi circa la commissione di plurime condotte criminose ad opera di due indagati impiegati nell’area logistica-officina della sede aziendale, i quali, approfittando della diretta disponibilità dei veicoli in riparazione e delle relative chiavi, avrebbero effettuato illeciti prelievi di carburante da svariati mezzi aziendali.
Sono circa 1.385 gli episodi di assenteismo accertati. Stimato un danno economico di quasi 40mila euro per un ammontare di 2.800 ore di assenza.
Recuperati, infine, anche diversi litri di gasolio indebitamente asportato dai veicoli aziendali dell’ente.
È doveroso rilevare che gli odierni indagati sono, allo stato, solamente indiziati di delitto, seppur gravemente, e che la loro posizione verrà vagliata dall’Autorità Giudiziaria nel corso dell’intero iter processuale e definita solo a seguito dell’eventuale emissione di una sentenza di condanna passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza.
“Ci tengo innanzitutto a ringraziare la Procura e i carabinieri per il forte impulso dato alle indagini, scaturite dalla denuncia di un nostro dirigente. Al contempo – commenta il presidente Giuseppe Todaro – mi rammarico che vengano coinvolti, anche in flagranza di reato, dipendenti accusati di atti criminali contro la propria azienda.
Oltre a danneggiare l’immagine della Rap, vengono colpiti anche tutti quei lavoratori che ogni giorno svolgono con dedizione il loro dovere. Questa inchiesta è un’ulteriore tegola che si abbatte sulla Rap. E tutto questo accade mentre ci battiamo e sacrifichiamo tempo e risorse per tenere in piedi l’azienda, per scongiurare l’ennesima emergenza, per risanare i conti ed evitare anche il fallimento della Rap.
Ogni giorno contrastiamo migliaia di palermitani che abbandonano rifiuti ovunque, mezza città che pretende un servizio adeguato ma poi dimentica di pagare la Tari e adesso ci tocca aprire un ulteriore fronte all’interno, con decine di dipendenti che, a quanto pare, non hanno ancora capito quanto seriamente a rischio sia il futuro dell’azienda.
Se confermate le ipotesi accusatorie, prenderemo provvedimenti durissimi, ove ci siano i presupposti anche per il licenziamento. Oltre, ovviamente, a costituirci parte civile nell’eventuale processo. Tutti i dipendenti – conclude Todaro – devono sapere che la catena dei controlli è serrata e l’attenzione è massima perché la città vuole risposte di serietà e affidabilità e non ci saranno sconti per nessuno”.
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