PALERMO – Il 28 agosto scorso, la Polizia di Stato di Palermo ha arrestato un uomo di 36 anni con diversi precedenti penali, per il reato di rapina ai danni di un Ufficio Postale.
La segnalazione di rapina all’Ufficio Postale
Alle 9,40 circa, la Sala Operativa ha ricevuto una segnalazione di una rapina appena avvenuta all’Agenzia 24 delle Poste Italiane in piazza Principe di Camporeale. L’aggressore è stato descritto come un individuo già noto alle Autorità e proveniente da Palermo.
Le ricerche del malvivente e il blitz in casa
Di conseguenza, il personale della Squadra Mobile “Sezione Contrasto al Crimine Diffuso-Falchi” si è recato nella sua abitazione, situata non lontano dal luogo della rapina, basandosi sulla convinzione che fosse proprio lui l’autore del crimine. Nel frattempo, altri agenti sono intervenuti sul posto per analizzare le immagini delle telecamere di sorveglianza e individuare l’aggressore.
La perquisizione e il bottino ritrovato
Dopo una breve osservazione, gli agenti hanno notato l’individuo sospetto uscire dalla sua abitazione con un sacchetto di carta marrone. Durante il controllo, è emerso che all’interno del sacchetto c’erano gli stessi vestiti indossati durante la rapina, che probabilmente stava cercando di nascondere in un luogo sicuro per sfuggire alla polizia. Una successiva perquisizione domiciliare ha permesso di trovare la refurtiva, del valore di 345 euro.
Le testimonianze dei dipendenti e il trasferimento in carcere
Oltre alle immagini delle telecamere di sorveglianza, ulteriori prove a carico dell’indagato sono state ottenute dalle testimonianze di due dipendenti dell’Ufficio Postale, che lo hanno riconosciuto senza ombra di dubbio come l’unico autore della rapina.
Dopo le procedure formali, l’arrestato è stato portato nel carcere “A. Lorusso-Pagliarelli” di Palermo, in attesa dell’udienza di convalida.
Le accuse su altre due rapine
Si sottolinea che l’arrestato è sospettato di aver commesso reati simili ai danni di un altro ufficio postale e di un supermercato.
Va chiarito che l’indagato è attualmente solo un sospettato per i reati contestati e che la sua colpevolezza sarà stabilita solamente dopo una possibile sentenza passata in giudicato, nel rispetto del principio costituzionale della presunzione di innocenza.