PALERMO – Si è tenuto nelle scorse ore l’interrogatorio preventivo di Saverio Romano, il parlamentare indagato nell’inchiesta sui presunti appalti truccati a Palermo.
Romano, le dichiarazioni pre-interrogatorio
“Avete visto la canea che si è abbattuta nei miei confronti? Il magistrato fa il suo lavoro e la legge consente lo svelamento di alcuni fatti. Ma non credo sia normale che il mondo intero sappia di contestazioni che a mio avviso dovevano essere blindate”. Lo ha affermato, prima di entrare, proprio il deputato di Noi Moderati, soffermandosi sulle modalità di gestione della vicenda giudiziaria, di cui ha evidenziato la natura discutibile.
“Non voglio fare polemica con i giornali – ha aggiunto – ma noto che c’è qualcosa che non funziona in quel che è avvenuto.
Ho subito una sentenza di condanna irrevocabile, non avendo ancora capito cosa mi si contesta. Io sono una delle personalità che più si è esposta per cambiare il sistema. Qui si pone un tema che riguarda le custodie cautelari. Da quando è in vigore la legge, il numero di richieste di arresto è duplicato. È palese che qualcosa non funzioni“, ha concluso il deputato Romano.
L’appalto pilotato e l’autosospensione del manager dell’Asp
Indagato per la stessa ragione, insieme a lui e ad altre 16 persone, anche l’ex governatore siciliano Totò Cuffaro. Per entrambi la Procura di Palermo ha chiesto l’arresto. L’accusa ritiene che i due abbiamo pilotato un appalto bandito dall’Asp di Siracusa, al cui vertice era stato nominato il manager Alessandro Maria Caltagirone. Proprio quest’ultimo, anch’egli sotto indagine, ha annunciato negli ultimi giorni la propria autosospensione dall’incarico.



