Api killer assenti in Sicilia ma l’attenzione resta alta

Api killer assenti in Sicilia ma l’attenzione resta alta

PALERMO – Tirano un sospiro di sollievo gli apicoltori siciliani a due anni dall’arrivo di Aethina tumida, un coleottero killer che due anni fa fece tremare gli apicoltori del Siracusano.

In Sicilia oggi non ci sono focolai, ma l’attenzione deve essere mantenuta sempre alta, perché si tratta di un micidiale insetto che potrebbe provocare notevoli danni agli alveari delle oltre mille aziende apistiche sparse in tutta l’Isola.

L’importanza delle api, indispensabili per l’impollinazione dei fiori di molte piante da frutto, è stata al centro di un convegno a Palermo, organizzato dall’Istituto Zooprofilattico della Sicilia, che da anni è specializzato nell’ambito della biologia molecolare, nelle analisi dei campioni di miele, nell’esame del dna dei vari tipi di api e nella tutela dell’ape nera sicula.

Nel 2014, il terribile parassita di origine africana arrivò a Melilli dove venne registrato il secondo focolaio presente in Italia, dopo il caso della Calabria. Le due regioni furono considerate “zone rosse”: molti alveari furono sigillati, accatastati e bruciati, i terreni arati e cosparsi di pesticidi anti-larvali.

Il killer delle api in Sicilia è tenuto sotto controllo, ma la Comunità europea ha prorogato fino al 2017 il divieto di esportare apiari al di là dello stretto ai fini di evitare ancora il rischio di contaminazione. Nel frattempo, gli apicoltori hanno imparato ad adottare sistemi e tecniche efficaci contro lo spopolamento degli alveari.

Per questo motivo, l’Istituto Zooprofilattico ha creato un servizio a sportello, in grado di fornire assistenza tecnico-scientifica agli apicoltori che, dagli anni ’80 a oggi, hanno dovuto imparare da soli, spesso senza supporto scientifico: “Il nuovo ufficio assisterà gli apicoltori per il monitoraggio e il controllo dell’infestazione da varroa e sarà in grado di diagnosticare e gestire le principali patologie – ha spiegato Stefano Reale, dirigente biologo dello Zooprofilattico di Palermo –. Da anni, il laboratorio segue tecnologie diagnostiche Innovative e si occupa della caratterizzazione genetica delle famiglie, di scoprire, cioè, il genoma delle api”.

Apicoltura (1)

Queste invece le parole della naturalista Eugenia Oliveri: “Con il progetto Apeslow, abbiamo incentivato gli allevamenti delle api nere sicule e creato un apiario sperimentale per lo studio delle patologie, della genetica e della fisiologia delle api”.

Inoltre, per far fronte alle importazioni di miele dall’estero, il commissario straordinario dello Zooprofilattico Salvatore Seminara, raccomanda di “controllare sempre l’etichetta. La parola “Italia” deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale: nel caso in cui il miele provenga da più paesi dell’Unione Europea, l’etichetta deve riportare l’indicazione ‘miscela di mieli originari della CE’. Se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta ‘miscela di mieli non originari della CE’ “.