PALERMO – Angelo Niceta, erede della nota famiglia palermitana di commercianti dell’abbigliamento, ha deciso di collaborare con gli inquirenti e di diventare un collaboratore di giustizia. Come rivela Repubblica il rampollo – con un patrimonio di circa 50 milioni sequestrato alla sua famiglia per magia – ha vuotato il sacco e ha rivelato ai pm della DDA di Palermo Di Matteo e Padova una storia criminale che risale dagli affari di suo zio Mario con il boss di Brancaccio, Giuseppe Guttadauro.
Angelo Niceta, con il padre Onofrio, è fallito ed è sotto processo per bancarotta semplice. Così il padre del nuovo collaboratore avrebbe rotto con Mario Niceta dopo l’acquisto, da parte di quest’ultimo, di una società di calcestruzzi, dietro la quale si sospetta ci sia il boss Guttadauro.
Angelo Niceta accusa anche i cugini Massimo, Piero e Olimpia, che dopo la morte del padre Mario hanno ereditato il patrimonio poi sequestrato. Finora due pentiti, Angelo Siino e Tullio Cannella, avevano accusato i Niceta di essere “imprenditori collusi”. Uno dei cugini di Angelo, inoltre, è sospettato di avere rapporti con il boss latitante Matteo Messina Denaro.