PALERMO – Anche il mese che sta per concludersi può essere archiviato come il febbraio più asciutto degli ultimi cento anni. Era già accaduto lo scorso gennaio, anch’esso il più secco nell’ultimo secolo. Il dato registrato dall’osservatorio delle acque della Regione Siciliana è ormai più di un campanello di allarme soprattutto nelle province di Palermo, Trapani e Agrigento.
Per due mesi consecutivi, in questa parte di Sicilia, non si è praticamente vista una goccia d’acqua e a risentirne principalmente è l’agricoltura, visto che gli invasi sono ancora in salute per rifornire le abitazioni.
“Siamo davanti a un quadro preoccupante, la siccità sta compromettendo le nostre colture in corso come il grano, foraggi e ortaggi. Ma ha anche bloccato il lavoro nelle vigne, dove in questo periodo si dovrebbe lavorare ai nuovi impianti. La terra è però dura, spaccata, non si può piantare nulla in questo momento, un problema anche per i florovivaisti“, spiega Antonino Cossentino, presidente della Cia Sicilia Occidentale, come riporta l’Ansa.
In Sicilia si è addirittura iniziato a “pregare”, perché dal cielo scenda la pioggia. È accaduto nel Nisseno, vicino a Marianopoli, dove nei giorni scorsi circa seicento persone si sono riunite in processione per invocare la pioggia.
La processione è partita in seguito alla messa, che è stata celebrata da monsignor Giuseppe La Placa. Nelle campagne del Vallone, meglio noto come «il granaio» del Nisseno, dove ogni anno il 3 maggio si chiede la benedizione dei campi, non piove da quasi tre mesi.
Sono tantissime le aziende in difficoltà per la mancanza di acqua e i dati parlano chiaro: meno 75% di pioggia rispetto al 2019, le temperature percepite si sono attestate intorno ai 20 gradi. Una primavera più che un inverno.
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