PALERMO – Al via il processo per la morte di Darin D’Anna Costanzo, il 35enne morto nel 2020, forse per una diagnosi sbagliata: è iniziata l’udienza preliminare, in cui la mamma e il fratello della vittima si sono costituiti parte civile.
Era stata proprio la madre Lucia Cascio, un medico biologo ormai in pensione, a far scoprire ai medici la malattia del figlio, affetto da una rara forma di tumore manifestata con un problema al ginocchio: la donna aveva spedito i vetrini per una nuova biopsia a un ospedale del Nord.
Il G.I.P, Filippo Serio, ha ordinato lo scorso luglio l’imputazione, con l’accusa di omicidio colposo, per quattro professionisti del San Raffaele Giglio di Cefalù e del Cervello di Palermo, ritenuti responsabili della morte del giovane, deceduto a causa di un sarcoma sinoviale, un tumore dei tessuti molli molto raro e aggressivo.
Lo stesso Darin aveva denunciato i medici, quando era ancora in vita. Dopo la sua morte, la madre e il fratello hanno portato avanti – con il supporto legale degli avvocati Salvo Vitrano e Nino Agnello – la battaglia cominciata da Darin.
Gli imputati sono Filippo Boniforti, Aroldo Gabriele Rizzo, Angelo Vetro e Giancarlo Pompei.
In foto la vittima
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