Aggressione al medico di base a Ficarazzi, identificati i responsabili: coinvolti due fratelli e la madre

Aggressione al medico di base a Ficarazzi, identificati i responsabili: coinvolti due fratelli e la madre

FICARAZZI – I carabinieri sono riusciti ad identificare i responsabili dell’aggressione subita dal medico di famiglia Giorgio Clemente a Ficarazzi (Palermo).

In base a quanto ricostruito, l’episodio è avvenuto in due fasi distinte: in un primo momento un giovane di 21 anni avrebbe picchiato il medico dopo che quest’ultimo si era rifiutato di rilasciare un certificato per giustificare l’assenza dal lavoro o dalla scuola. Successivamente, la madre e il fratello del ragazzo si sarebbero presentati in ambulatorio e, dopo il rifiuto del medico, avrebbero danneggiato l’edificio lanciando una pianta contro la porta e causando la rottura dei vetri. Fortunatamente Giorgio Clemente ne sarebbe uscito illeso.

Adesso sarà la Procura a decidere che tipo di provvedimenti emanare nei confronti dei soggetti coinvolti.

Aggressioni al personale sanitario

Non succede raramente in Sicilia che venga aggredito il personale sanitario, infatti, nelle scorse settimane la Polizia di Stato ha denunciato un palermitano, resosi responsabile di violenzaresistenza a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio ai danni di due medici del Pronto Soccorso.



L’episodio è avvenuto nel Pronto soccorso dellospedale “Cervello“, in cui un uomo che si era recato nella struttura si lamentava della poca attenzione prestata a sua moglie, che era lì per essere visitata. L’aggressore si sarebbe introdotto nella struttura e avrebbe trascinato un medico fino a dove si trovava la coniuge.

Al medico all’avvenimento è costato delle lesioni e una prognosi di 3 giorni. L’uomo non avrebbe interrotto però la sua condotta aggressiva e avrebbe continuato con un altro medico colpendolo allaltezza dell’addome con una scrivania.

Giova precisare che l’uomo è, allo stato, indiziato in merito ai delitti contestati e che la sua posizione sarà definitiva solo dopo l’emissione di una, eventuale, sentenza passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di innocenza.

Foto di repertorio