PALERMO – Si sono dati appuntamento di fronte alla Prefettura di Palermo, sita in via Cavour, gli attivisti del collettivo “Ecologia Politica” per dire no ai depositi di scorie nucleari in Sicilia.
Presenti una cinquantina di persone, numero pensato nel rispetto delle normative anti-covid. È stato inoltre garantito il rispetto del distanziamento sociale e l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale.
Una data non casuale quella del 6 marzo, visto che si sarebbe dovuto chiudere il periodo di consultazioni tra la Sogin e i territori selezionati come potenzialmente idonei a ospitare il deposito nazionale di scorie radioattive. Ma ancora l’intesa non è stata trovata, tanto che l’azienda ha annunciato una proroga da 60 a 180 giorni per la decisione.
Ma i manifestanti non ci stanno e ribadiscono il loro fermo no alla possibilità che le scorie nucleari in questione possano essere portate in Sicilia. Quattro i siti che la Sogin avrebbe individuato nell’Isola: Calatafimi-Segesta, Castellana Sicula, Petralia Sottana e Butera.
Una protesta che ha coinvolto anche le piazze di Messina (piazza Cairoli), di Catania (Prefettura) e di Calatafimi-Segesta (davanti al Municipio). Un fermo no da parte degli attivisti, espresso in sintesi dallo striscione esposto a Palermo: “I territori hanno già deciso: no al deposito di scorie nucleari in Sicilia”.
Pietro Minardi