Palermo, condannato all’ergastolo Francesco Di Blasi: ha ucciso a coltellate un senzatetto

Palermo, condannato all’ergastolo Francesco Di Blasi: ha ucciso a coltellate un senzatetto

PALERMO – Francesco Di Blasi, palermitano di 68 anni, è stato condannato dalla Corte dAssise di Massa Carrara all’ergastolo, in quanto responsabile dell’omicidio di un altro clochard, Paolo Fiorentino di 46 anni, originario dell’Abruzzo.

Di Blasi, anch’egli senzatetto, ha accoltellato a morte il compagno Paolo Fiorentino, la Procura aveva chiesto per lui 21 anni di reclusione, ma la Corte d’Assise di Massa Carrara è stata più dura ed è stato condannato all’ergastolo.

Il delitto risale al 13 gennaio dello scorso anno, quando il corpo di Fiorentino è stato ritrovato senza vita, con cinque coltellate in tutto il corpo. Come hanno ricostruito i militari, l’uomo avrebbe avuto una disputa con la vittima in un ex campo profughi occupato illegalmente, dall’aggressione verbale sono passati alle mani fin quando Di Blasi ha estratto un coltello.

Clochard ucciso da un 16enne

Non è la prima volta che un senzatetto viene ucciso nelle strade di Palermo, un 16enne nel 2018 avrebbe aggredito e ucciso un uomo per denaro, per soli 25 euro. La tragedia è accaduta nel piazzale Ungheria del capoluogo siciliano, la vittima era un mimo e pittore di 56 anni di origini francesi, ed è stata assassinato nel corso di una rapina.

Il ragazzo avrebbe preso a colpi di spranga l’uomo, complice dell’accaduto un 12enne. I responsabili della morte sono stati riconosciuti grazie ai sistemi di videosorveglianza installati nella zona.

Senzatetto cosparso di benzina e bruciato vivo

Nel 2017 Marcallo Cimino un senzatetto, sempre nelle strade di Palermo, è stato cosparso di benzina e bruciato vivo mentre stava dormendo su un giaciglio davanti al ricovero di una missione vicina al cimitero dei Cappuccini.

Il responsabile dell’omicidio è Giuseppe Pecoraro di 45 anni che è stato condannato all’ergastolo. L’omicida sospettava che la vittima avesse una relazione segreta con sua moglie, per questo il tragico atto.

Marcello Cimino era anche padre di due giovani ragazze, Eugenia e Jessica, a cui il giudice ha dato una provvisionale di 50mila euro ciascuna. Le due ragazze però, non hanno mai visto un soldo – anche se vivono in condizioni economiche disagiate -, perché l’assassino non ha denaro per pagare ma ha un vecchio magazzino che dovrebbe essere venduto.

Solamente, per realizzare la vendita immobiliare attraverso la procedura esecutiva, è necessario che il bene in questione venga pignorato e poi messo all’asta.

Secondo gli Avvocati Antonino Palazzotto e Carmen Reina, che rappresentano le Parti Civili con il gratuito patrocinio, per questa procedura ci sono spese da sostenere, come quelle per il notaio. Inoltre, bisognerà attendere due o tre anni prima che l’asta possa avere luogo e sperare che il magazzino venga venduto.

Le due ragazze hanno presentato un’istanza alla Prefettura per spiegare la loro situazione, ma purtroppo non ha avuto alcun effetto. Per questo motivo, hanno aperto un conto con Iban per chiunque voglia aiutarle a coprire le spese della procedura di vendita immobiliare, nella speranza di poter recuperare almeno il denaro del fondo.

I clochard e la sicurezza

I senzatetto rappresentano una fetta vulnerabile della società, spesso esposta a situazioni di pericolo e insicurezza. La vita di strada può essere difficile con una serie di sfide quotidiane, tra cui la mancanza di riparo, l’accesso limitato ai servizi sanitari, la fame e la violenza.

Le morti sopra raccontate sono il segno evidente della violenza a cui questi individui sono spesso esposti. Sarebbe utile sensibilizzare la società sulla necessità di un approccio compassionevole nei confronti dei clochard e di riconoscere la loro dignità come esseri umani.

Foto di repertorio