PALERMO – Dall’ARNAS Civico Di Cristina Benfratelli di Palermo arriva una svolta significativa nel trattamento dei tumori ginecologici, in particolare del carcinoma della cervice uterina e dell’endometrio.
L’azienda sanitaria palermitana ha infatti attivato il primo sistema di brachiterapia della Sicilia occidentale, ampliando l’offerta terapeutica in ambito oncologico. Fino ad oggi, infatti, un simile trattamento era disponibile soltanto nella Sicilia orientale.
La brachiterapia: nuova cura per tumori ginecologici
La brachiterapia è una tecnica di radioterapia che prevede il posizionamento di una sorgente radioattiva all’interno del corpo, in prossimità del tumore, attraverso dispositivi come aghi, cateteri o applicatori specifici. Questa metodica consente di colpire con estrema precisione le cellule tumorali, limitando al massimo i danni ai tessuti sani circostanti.
Il sistema avviato dall’ARNAS Civico rappresenta l’unica apparecchiatura dedicata a questa terapia nell’area occidentale dell’Isola e costituisce un punto di riferimento strategico anche per il Gruppo Oncologico Multidisciplinare (GOM), oltre che per le strutture pubbliche e private che seguono pazienti candidabili a questo trattamento.
Attualmente, la brachiterapia attivata è riservata al trattamento delle due neoplasie ginecologiche citate, con l’obiettivo di estenderne l’impiego ad altre patologie oncologiche in futuro.
Le parole di Giuseppe Ferrera
“Si tratta comunque di una svolta importante almeno per l’area della Sicilia occidentale – commenta il medico radio–oncologo Giuseppe Ferrera, referente del progetto di brachiterapia aziendale e responsabile dell’impianto radiologico della U.O.C. di Radioterapia Oncologica, diretta dal dr. Domenico Messana in qualità di responsabile FF – ed è un risultato frutto di un percorso laborioso anche sul fronte dell’iter burocratico”.
Ferrera sottolinea inoltre che il progetto è la realizzazione concreta di un Progetto Obiettivo 6.9 intitolato “Implementazione del trattamento di Brachiterapia“, avviato grazie a un finanziamento previsto dal Piano Sanitario Nazionale 2017, nell’ambito della linea progettuale “Reti Oncologiche“.
Il primo successo è già stato registrato nelle scorse settimane, con l’effettuazione di un trattamento di brachiterapia endocavitaria endovaginale su una paziente affetta da carcinoma squamoso della cupola vaginale.
“Rappresenta infatti – precisa Ferrera – la concretizzazione di un Progetto Obiettivo 6.9″.
L’iter di acquisizione del sistema ha richiesto diverse fasi, con l’approvazione di delibere dedicate: n. 1781 del 22/12/2022, seguita dalla n. 839 del 19/05/2023, fino alla definitiva aggiudicazione con delibera n. 68 del 17/01/2024.
Determinante è stato anche il contributo della Commissione tecnica, presieduta dalla dott.ssa Giuseppina Iacoviello, responsabile dell’U.O.C. di Fisica Sanitaria, che ha guidato la verifica degli standard fisici e dosimetrici.
L’attività clinica è stata avviata sotto la supervisione del dott. Salvatore D’Alessandro, medico radio-oncologo con consolidata esperienza nella metodica, acquisito nel team ARNAS dopo un percorso professionale maturato in un’importante struttura del Nord Italia. Al suo fianco opera la dott.ssa Daniela Cespuglio, anch’essa radio-oncologa, dedicata al progetto.
Le parole di Salvatore D’Alessandro
“Grazie a questa tecnica – spiega Salvatore D’Alessandro – possiamo offrire un’opzione terapeutica alla cura dei tumori ginecologici, quali il cancro della cervice e dell’endometrio “.
La tipologia di brachiterapia utilizzata all’ARNAS è la HDR (High Dose Rate), in cui una sorgente di Iridio192 viene temporaneamente posizionata in prossimità del tumore. Tale sistema consente di somministrare alte dosi di radiazione in tempi ridotti, con elevata precisione e ridotto impatto sugli organi sani.
“La brachiterapia è – continua D’Alessandro – un elemento cardine e insostituibile nel trattamento curativo delle neoplasie cervicali (…)”.
Un ulteriore vantaggio del sistema è la possibilità di completare l’intero iter terapeutico in un unico centro, evitando alle pazienti spostamenti tra strutture diverse, con un significativo miglioramento in termini di continuità assistenziale e riduzione dei tempi complessivi di cura.
Le dichiarazioni di Walter Messina e Domenico Cipolla
“Un traguardo – affermano congiuntamente Walter Messina e Domenico Cipolla, rispettivamente direttore generale e direttore sanitario di ARNAS di Palermo – possibile grazie alla presenza di professionalità cliniche altamente specializzate (…)”.
L’attivazione della brachiterapia a Palermo rappresenta una risposta concreta ai bisogni di salute del territorio, mirando anche a contenere i fenomeni di mobilità passiva, ovvero il trasferimento di pazienti verso altre regioni in cerca di cure.
Vincenzo Barone: “Emerge la forza di un lavoro di squadra”
Per Vincenzo Barone, direttore amministrativo di ARNAS Civico Di Cristina Benfratelli di Palermo: “Emerge la forza di un lavoro di squadra, sostenuto anche da un apprezzabile supporto degli uffici amministrativi”.
Grazie a un perfetto coordinamento tra aspetti clinici, tecnici e gestionali, oggi la Sicilia occidentale può contare su un centro d’eccellenza in grado di offrire una terapia oncologica all’avanguardia, con benefici tangibili per le pazienti e l’intero sistema sanitario regionale.