Pacchetti vacanza inesistenti, soldi e assegni anticipati mai restituiti: truffe aggravate in agenzia viaggi

Pacchetti vacanza inesistenti, soldi e assegni anticipati mai restituiti: truffe aggravate in agenzia viaggi

BROLO – Questa mattina, i carabinieri della stazione di Brolo (provincia di Messina) hanno notificato nei confronti di una 35enne pattese un’ordinanza di applicazione di misura cautelare interdittiva dall’esercizio dell’attività d’impresa, emessa dal giudice per le indagini preliminare del tribunale di Patti, il dottor Eugenio Aliquò, su richiesta del sostituto procuratore, la dottoressa Alice Parialò.

La donna, titolare di un‘agenzia di viaggi nel comune di Brolo, è gravemente indiziata di innumerevoli episodi di truffa aggravata e appropriazione indebita commessi ai danni di ignari clienti che vi si rivolgevano per l’organizzazione di viaggi e vacanze.

L’odierno provvedimento deriva dagli esiti delle indagini in relazione a numerose denunce raccolte dal mese di agosto 2018: partendo da tali elementi, i militari, in poco tempo, sono stati in grado di ricostruire almeno 15 episodi di truffa e uno di appropriazione indebita, tutti aggravati e commessi con un ormai consolidato modus procedendi.

In particolare, con specifico riferimento alle truffe, l’indagata, con intento chiaramente fraudolento, era solita indurre in errore i potenziali clienti prospettando loro offerte particolarmente vantaggiose per l’acquisto di pacchetti vacanze in tutto il mondo, di fatto inesistenti o comunque organizzati a condizioni differenti da quelle pattuite, riuscendo a farsi consegnare, mediante pagamenti in contanti, bonifici bancari o ricariche Postepay, cospicue somme di denaro, di importo variabile dai 300 ai 2mila euro, senza corrispondere le prestazioni richieste.

Quando il cliente non trovava riscontro rispetto a quanto contrattato, la donna forniva prontamente rassicurazioni, dichiarando di essere stata lei stessa vittima di raggiri e promettendo la restituzione delle somme, anche talvolta corrispondendo assegni privi di copertura.

Le circostanze aggravanti contestate dal giudice consistono nell’abuso di prestazione d’opera e della minorata difesa: in quest’ultimo caso, infatti, l’utilizzo di strumenti informatici e la distanza geografica tra la truffatrice e le parti offese non consentiva a queste ultime di poter effettuare un efficace controllo preventivo sull’esistenza reale della merce e sull’identità della controparte, ponendo gli acquirenti in una vera e propria posizione di debolezza.

Alle indagini è seguito un sequestro preventivo, effettuato lo scorso dicembre, di ben 5 carte prepagate appartenenti all’indagata e sulle quali confluivano le somme di denaro versate dai clienti della sua agenzia, all’oscuro dei piani della 35enne.

I risultati delle ispezioni delle forze dell’ordine sono stati resi noti all’autorità giudiziaria che ha emesso l’odierno provvedimento, ritenuto idoneo a interrompere una lunga serie di reati realizzati con un meccanismo abituale che massimizzava i profitti illeciti a scapito di cittadini inesperti e inconsapevoli.

Immagine di repertorio