ORISTANO – Ha ucciso la figlia per poi lanciarsi dal balcone, è quanto accaduto a Silì, nella frazione di Oristano, in Sardegna: protagoniste e vittime allo stesso tempo, una 52enne – Monica Vinci – e la figlia 13enne Chiara Carta, uccisa dalla donna che l’ha messa al mondo con diverse coltellate.
La madre, subito dopo il delitto, si è buttata dal balcone di casa: il corpo è stato ritrovato a terra da un passante che ha allertato il 112, mentre la ragazza è stata trovata morta nel bagno. Successivamente Monica Vinci è stata trasportata in elicottero all’ospedale di Sassari, dove è stata ricoverata in condizioni gravi anche se non si troverebbe in pericolo di vita.
Sul posto sono intervenuti gli agenti della Questura di Oristano e il capo della Squadra Mobile, Samuele Cabitzosu, insieme al pubblico ministero Valerio Bagattini.
Il padre della ragazza, un agente della polizia locale di Oristano, è stato colui che ha trovato la figlia priva di vita nel bagno di casa.
Da tempo l’uomo si era separato dalla moglie e quest’ultima, disoccupata, viveva sola con la figlia.
Secondo alcune testimonianze, la donna stava attraversando un periodo difficile e di recente aveva avuto anche alcuni problemi di salute. Probabilmente, secondo una ricostruzione preliminare, dopo un’accesa discussione, Monica Vinci ha aggredito la figlia con un coltello. Come appreso, l’avrebbe attaccata alle spalle con la ragazza che è stata trovata morta riportando diverse ferite sulla schiena.
Un caso analogo con ruoli rovesciati si è manifestato a Palermo. Una ragazza di 17 anni è stata accusata di aver ucciso la madre, l’insegnante Teresa Spanò.
In precedenza, era già stata accusata di aver tentato di avvelenare la madre alcune settimane prima del delitto, che si è verificato la notte del primo gennaio.
La posizione della giovane, di 17 anni, si sta aggravando poiché i magistrati stanno contestando la premeditazione del delitto ed è stata trasferita in carcere a Roma dalla comunità protetta di Caltanissetta.
Non è stato ancora chiarito il motivo esatto del delitto, ma le due litigavano da tempo.
La sera del primo gennaio, dopo un altro litigio, la giovane avrebbe mescolato un farmaco nel piatto di purè della madre. Dopo aver stordito la madre, l’avrebbe strangolata e poi, in preda alla rabbia e alla ferocia, avrebbe infierito sul suo corpo con un coltello.
L’autopsia effettuata sul corpo dell’insegnante Teresa Spanò, uccisa dalla figlia a Bagheria la notte tra l’uno e il 2 gennaio, ha fatto emergere segni di strangolamento e soffocamento sul collo.
In foto la giovane vittima Chiara Carta – Fonte La Nuova Sardegna
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