Nel Recovery Plan si pensa anche alla Sicilia: dalla mobilità sostenibile ai fondi per il Castello della Colombaia, le misure previste in Italia

Nel Recovery Plan si pensa anche alla Sicilia: dalla mobilità sostenibile ai fondi per il Castello della Colombaia, le misure previste in Italia

TRAPANI – Nel nuovo Recovery Plan si troverà un posto anche per la Sicilia: nello specifico, è stato annunciato che il restauro del Castello della Colombaia di Trapani sarà inserito fra i progetti da finanziare.

Nelle scorse ore la notizia è stata confermata dalla pubblicazione del documento “Pnrr, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza“, che prevede misure anche relative alla Cultura.

Nel “Piano strategico grandi attrattori culturali” saranno finanziati 14 interventi in tutta Italia, che includono il progetto di “restauro, fruizione e valorizzazione” del castello siciliano, precedentemente elaborato dall’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede 222,1 miliardi di investimenti, mirati a risollevare le sorti economiche dell’Italia dopo la crisi economica e sociale determinata dal Covid. Sono 6 i campi di interesse principali:

  • digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura;
  • rivoluzione verde e transizione ecologica;
  • infrastrutture e mobilità sostenibile;
  • istruzione e ricerca;
  • inclusione e coesione;
  • salute.

Il Governo ha trasmesso oggi al Parlamento il testo definitivo del documento (disponibile qui).  Il Piano si inserisce all’interno del programma Next Generation EU (NGEU), il pacchetto da 750 miliardi di euro concordato dall’Unione Europea in risposta alla crisi pandemica. Il piano italiano prevede investimenti pari a 191,5 miliardi di euro.  Il Piano italiano prevede investimenti pari a 191,5 miliardi di euro, finanziati attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, lo strumento chiave del NGEU.

Altri 30,6 miliardi sono parte di un Fondo complementare, finanziato attraverso lo scostamento pluriennale di bilancio approvato nel Consiglio dei ministri del 15 aprile.

Il Piano include inoltre un corposo pacchetto di riforme, che toccano, tra gli altri, gli ambiti della pubblica amministrazione, della giustizia, della semplificazione normativa e della concorrenza.

“Si tratta di un intervento epocale, che intende riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica, contribuire a risolvere le debolezze strutturali dell’economia italiana, e accompagnare il Paese su un percorso di transizione ecologica e ambientale. Il Piano ha come principali beneficiari le donne, i giovani e il Mezzogiorno e contribuisce in modo sostanziale a favorire l’inclusione sociale e a ridurre i divari territoriali”, si legge nella nota ufficiale del Governo (disponibile integralmente qui).

Il Piano destina 82 miliardi al Mezzogiorno su 206 miliardi ripartibili secondo il criterio del territorio, per una quota dunque del 40 per cento. Si tratterà principalmente di investimenti per infrastrutture e mobilità sostenibili, interventi sull’alta velocità, sul sistema portuale e sulla viabilità nell’Italia interna.

Sono stanziati 8,8 miliardi per interventi di inclusione e coesione al Sud e 14,6 miliardi per misure nell’istruzione e la ricerca. Tra i progetti previsti anche la creazione di nuovi asili, un incremento delle infrastrutture sociali e nuove politiche per il lavoro.

“Il PNRR contribuisce a ridurre il divario tra il Mezzogiorno e il resto del Paese. L’impatto complessivo del PNRR sul Pil nazionale fino al 2026 è stimato in circa 16 punti percentuali. Per il sud, l’impatto previsto è di circa 24 punti percentuali. Il Piano prevede inoltre un investimento significativo sui giovani e le donne. Una nuova strategia di politiche per l’infanzia è cruciale per invertire il declino di fecondità e natalità. I giovani beneficiano dei progetti nei campi dell’istruzione e della ricerca; del ricambio generazionale nella pubblica amministrazione; e del rafforzamento del Servizio Civile Universale. Per i ragazzi e le ragazze, sono stanziati fondi per l’estensione del tempo pieno scolastico e per il potenziamento delle infrastrutture sportive a scuola”. Sul piano istruzione il contrasto alla dispersione scolastica sarà la parola d’ordine, così come la promozione dell’attività motoria nella scuola primaria.

Per quanto riguarda le donne, il Piano prevede “misure di sostegno all’imprenditoria femminile e investimenti nelle competenze tecnico-scientifiche delle studentesse”.

Si prevede anche l’ampliamento dell’offerta per l’infanzia, per i disabili e per gli anziani. È previsto un ruolo significativo degli enti territoriali, a cui competono investimenti pari a oltre 87 miliardi di euro.

Fonte immagine: Ansa