Nave di Bansky in stato di fermo al porto di Lampedusa: presunte violazioni del nuovo decreto

Nave di Bansky in stato di fermo al porto di Lampedusa: presunte violazioni del nuovo decreto

LAMPEDUSA – La nave Louise Michel, finanziata dall’artista Banksy e appartenente all’omonima ONG, è stata fermata nel porto di Lampedusa per le presunte violazioni del nuovo decreto. Gli attivisti hanno affermato di non aver ricevuto alcuna spiegazione ufficiale dalle autorità, le quali impediscono loro di prestare soccorso in mare.

Prima di giungere a Lampedusa, la nave aveva soccorso alcuni barchini nel Mediterraneo, con l’aiuto delle motovedette di Capitaneria e Guardia di Finanza. Tuttavia, la Guardia Costiera ha accusato la nave della ONG di aver complicato il delicato lavoro di coordinamento dei soccorsi, poiché avrebbe impedito le disposizioni impartite per dirigere verso Trapani ed evitare altri soccorsi, al fine di preservare la sicurezza della nave e delle imbarcazioni di migranti a cui avrebbe prestato soccorso.

Inoltre, la non osservanza delle disposizioni ha rallentato il raggiungimento di un porto di sbarco per i migranti salvati nel primo intervento, inizialmente individuato nel porto di Trapani, inducendo le autorità a ridisegnare la decisione per far convergere l’arrivo della nave nel porto di Lampedusa, già sollecitato dai numerosi arrivi di migranti degli ultimi giorni.

La Guardia Costiera ha inoltre dichiarato che le continue chiamate delle ONG hanno sovraccaricato i sistemi di comunicazione del Centro nazionale di coordinamento dei soccorsi, sovrapponendosi e duplicando le segnalazioni dei già presenti assetti aerei dello Stato.

Inoltre, l’episodio citato dalla ONG Ocean Viking e riferito ai presunti spari della guardia costiera libica nella loro area Sar non è stato riportato al Paese di bandiera, come previsto dalle norme, ma al Centro di coordinamento italiano, sovraccaricando il Centro in momenti particolarmente intensi di soccorsi in atto.

La nota della Guardia Costiera

Le continue chiamate dei mezzi aerei ong hanno sovraccaricato i sistemi di comunicazione del Centro nazionale di coordinamento dei soccorsi, sovrapponendosi e duplicando le segnalazioni dei già presenti assetti aerei dello Stato.

Allo stesso modo, l’episodio citato dalla ong Ocean Viking e riferito ai presunti spari della guardia costiera libica nella loro area Sar, non veniva riportato al Paese di bandiera, come previsto dalle norme, bensì al Centro di coordinamento italiano, finendo anche questo col sovraccaricare il Centro in momenti particolarmente intensi di soccorsi in atto”.