Numero 88235, sul nome e cognome si legge: Jorge Mario Bergoglio, per tutti papa Francesco. È la storia d’amore che legava visceralmente sacro e profano, fede ecclesiastica e calcistica, un connubio tra la povertà del pallone e l’infinità della chiesa. Francesco prima di essere Francesco era Jorge, un appassionatissimo di calcio nelle cui vene scorrevano solo due colori: il rosso e il blu del San Lorenzo.
Il legame tra la pelota de trapo e papa Francesco
La squadra di cui era socio-tifoso il papa è nata proprio da un gesto di carità. Ad inizio del secolo scorso, don Lorenzo Massa, prete salesiano, decise di fare del suo oratorio “lo stadio” dei rossoblù ospitando le partite nella parrocchia in Calle México. E proprio di quei colori Jorge si innamorò alla follia.

La tessera del San Lorenzo di Jorge Bergoglio
“Con una pelota de trapo si fanno i miracoli“. Una frase che racchiude l’umanità e la povertà che nel cuore del papa non si era mai dissipata, neanche dopo l’ingresso in Vaticano, neanche dopo “l’addio” con la sua Argentina. Perché quella “pelota de trapo” (pallone di stracci), Jorge l’ha portato in valigia, costudendolo come l’eucarestia; una sfera da accogliere nella propria anima per purificarsi.
E attraverso quella pelota miracolosa, papa Francesco ha davvero provato ad unire il mondo. Senza tempo, forse da affresco, l’incontro con Maradona “poeta” così definito da Bergoglio e a cui “Dios” rispose dicendo: “Sono felice di essermi riavvicinato alla Chiesa, e di averlo fatto grazie a Francisquito“. Proprio Diego che con la chiesa aveva un rapporto di conflitto. Basti pensare a quella volta che incontrando papa Wojtyla gli disse che avrebbe dovuto vendere qualche tetto d’ oro del Vaticano per aiutare i bisognosi. Qualcosa era cambiato, il genio che riconosce la purezza, una figura “sacra” che vede il sacro(quello vero) in un altra.
Non ha mai visto giocare Messi: il motivo un fioretto
Insomma forse qualcosa di speciale Bergoglio l’aveva per cambiare l’idea di un testardo come lo era Diego. Ma il papa come dicevamo era davvero un “malato di calcio“. Sapevate che non ha mai visto giocare Messi? Una storia bizzarra quanto vera. Nel 1990 decise di fare un fioretto promettendo che non avrebbe più visto alla tv partite di calcio. E allora è incredibile come Francesco sia stato probabilmente l’unico argentino a non aver visto la Seleccion alzare la coppa del mondo nel cielo di Qatar; l’unico a non aver mai visto un dribbling di Messi. Proprio la Pulce ieri ha scritto sui social: “Un Papa diverso, vicino, argentino. Grazie per aver fatto del mondo un posto migliore. Ci mancherai“.