MONDO – “Siamo tutti assolutamente devastati dalla perdita di Matthew. Eravamo più che semplici compagni di cast. Siamo una famiglia“. Lo hanno dichiarato in un comunicato congiunto i cinque colleghi dell’attore di Friends. E in effetti, pensandoci, le sensazioni che la morte di Matthew Perry ha suscitato nei fan della sitcom non sono poi tanto diverse da quelle provate da chi, al contrario loro, lo ha conosciuto e ci ha lavorato per anni.
L’affetto e la gratitudine che i telespettatori da giorni gli stanno riservando contribuisce dunque a manifestare quanto anch’essi si sentissero parte integrante di quell’unico e inimitabile gruppo di amici, che ha segnato l’infanzia di diverse generazioni. Proprio come se a ciascuno di loro fosse metaforicamente riservato un posto nell’iconico divano di Friends, da sempre troppo “affollato”, ma da qualche giorno un po’ più vuoto.
Partiamo proprio dalla recente morte del celebre attore di Friends per analizzare il fenomeno che sta alla base del senso di perdita provato dai fan. Proprio per approfondire la questione, è intervenuta ai microfoni di NewSicilia la psicologa Valentina La Rosa, che ha spiegato in che modo il lutto di una celebrità si ripercuote sui telespettatori e come affrontare l’amarezza del decesso in modo adeguato.
“L’effetto forte e devastante della morte di Matthew Perry sui fan di ‘Friends’ può essere attribuito a diversi fattori“, esordisce la dottoressa. “I fan spesso creano connessioni emotive con le celebrità, specialmente quelle che hanno seguito per un lungo periodo, proprio come Matthew Perry che ha interpretato il personaggio di Chandler Bing per ben 10 stagioni in ‘Friends’. Queste connessioni possono essere intense quanto quelle con persone che si conoscono nella vita reale, quindi quando una celebrità amata muore, i fan spesso attraversano un autentico processo di lutto“.
“Nel caso specifico della morte di Matthew Perry – spiega – la risonanza emotiva di questo evento è da attribuire anche ad alcune caratteristiche specifiche del personaggio con cui l’immaginario collettivo del pubblico lo aveva identificato. Chandler era noto nella serie per il suo senso dell’umorismo sarcastico e autoironico, che usava come meccanismo di difesa per gestire l’ansia, l’insicurezza e le sfide della vita. Inoltre, spesso manifestava insicurezze e dubbi su vari aspetti della sua vita, inclusi i rapporti interpersonali e la carriera“.
“Nel corso della serie, Chandler mostra una notevole crescita personale, superando alcune delle sue paure e insicurezze, migliorando i suoi rapporti interpersonali e trovando una carriera più soddisfacente. Infine – aggiunge – le sue dinamiche relazionali con gli altri personaggi, specialmente il suo rapporto romantico con Monica e l’amicizia con Joey, hanno mostrato una gamma di emozioni e sfide relazionali con cui molti spettatori sono riusciti a identificarsi. Gli spettatori hanno provato empatia per Chandler a causa delle sue vulnerabilità, il suo desiderio di essere accettato e amato, e la sua lotta per superare i traumi passati, come i problemi legati all’infanzia causati dai suoi genitori divorziati“.
“Se consideriamo infine che Friends ha rappresentato un simbolo che ha accompagnato la crescita di un’intera generazione, possiamo capire meglio l’impatto che ha avuto la morte di uno degli attori più amati di questa serie“.
“La nostra tendenza a identificarci con un personaggio di una sitcom o di una qualsiasi serie TV, e in generale con personaggi dello spettacolo esistenti o meno nella realtà, può essere letta alla luce di alcuni fattori psicologici. Innanzitutto – approfondisce la psicologa – i telespettatori spesso si identificano con personaggi che riflettono i loro valori, hanno temperamenti simili o stanno attraversando eventi di vita simili, come nel caso di Chandler. Inoltre – prosegue – le persone tendono a empatizzare per i personaggi fittizi, sperimentando le loro emozioni e sfide accanto a loro. Questi personaggi rappresentano anche un’opportunità per i telespettatori di sfuggire alle loro realtà attuali, offrendo una forma di sollievo dai loro problemi e un modo per vivere in modo indiretto una vita diversa attraverso le esperienze dei personaggi, soprattutto quando vi sono problemi relativi alla sfera relazionale e sociale nella vita quotidiana“.
“Vi sono poi dei casi particolari, che spesso scaturiscono da situazioni di disagio psicologico, in cui i telespettatori possono creare relazioni unilaterali note come relazioni parasociali con i personaggi dello spettacolo, in cui sono convinti di conoscerli personalmente, anche se questi personaggi non sanno della loro esistenza. In questi casi di perdita di contatto con la realtà – suggerisce Valentina La Rosa – è sempre opportuno rivolgersi a un professionista dell’area psicologica per chiarire le motivazioni alla base di questi processi estremi di identificazione“.
“Per quanto riguarda la gestione di un lutto relativo alla perdita di un personaggio cinematografico o televisivo, sfruttare “l’immortalità” dei personaggi può essere una lama a doppio taglio“, spiega l’esperta. “Nonostante i fan possano rivedere gli episodi della serie tv preferita per ricreare l’illusione di vivere un periodo della vita che non c’è più, questo può anche servire come un promemoria netto della perdita. L’esperienza potrebbe essere dolceamara, fornendo conforto mentre sottolinea contemporaneamente l’assenza permanente dell’attore“.
“Inoltre, la natura statica del personaggio nella serie può contrastare nettamente con la finalità reale della morte dell’attore, portando potenzialmente a una risposta emotiva complessa“.
“Interagire con altri che condividono il lutto, discutere i propri sentimenti e trovare modi significativi per ricordare e onorare l’attore deceduto, possono essere utili meccanismi di ‘coping’ come consigliato dagli esperti di lutto. Non bisogna tuttavia dimenticare che – conclude la dottoressa La Rosa – per quanto dolorosa possa essere la morte di un personaggio famoso, non bisogna mai perdere il contatto con la propria realtà quotidiana, evitando una confusione pericolosa tra mondo reale e immaginario“.
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