I Simpson, il 17 dicembre 1989 la nascita del “fenomeno giallo”: tra critica sociale e chiaroveggenza

I Simpson, il 17 dicembre 1989 la nascita del “fenomeno giallo”: tra critica sociale e chiaroveggenza

STATI UNITI – Può una serie televisiva animata essere ammirata da più generazioni nel corso del tempo? Chiedetelo a Matt Groening, brillante disegnatore e produttore televisivo statunitense “padre” della celebre e sempreverde sitcom “I Simpson”.

Sul finire degli anni ’80, mentre il mondo occidentale accoglieva con euforia il progressivo smantellamento del blocco sovietico e a Berlino si celebrava la caduta del famoso muro che aveva diviso la Germania in due per decenni, sui piccoli schermi statunitensi si battezzava l’avvento del cartone che avrebbe cambiato la storia della tv.

L’esordio negli Stati Uniti

Trentuno anni fa, esattamente il 17 dicembre 1989, andava in onda il primo episodio che raccontava le vicende della famiglia dalla pelle gialla. “Un Natale da cani” era il titolo della puntata d’esordio, trasmessa sul canale Fox America. Il debutto in Italia avvenne, invece, martedì 1° ottobre 1991 in seconda serata su Canale 5.

Tuttavia, il primo episodio “italiano” fu differente da quello mandato in onda negli USA. Nel nostro Paese si preferì trasmettere “Bart, il genio“, corrispondente alla seconda puntata. L’episodio natalizio venne invece collocato la sera del 24 dicembre dello stesso anno.

Va comunque specificato che la famiglia Simpson era già nota da almeno un paio d’anno al pubblico televisivo statunitense. Le vicende di Homer, Marge e figli erano infatti già apparse nel 1987 come intermezzo all’interno del programma comico “Tracey Ullman Show”, sempre su Fox America. Si trattava di piccoli spezzoni della durata di due minuti al massimo.

La critica alla società

Come accennato nelle righe precedenti, i Simpson sono stati pionieri di un vero cambiamento che si è fatto strada per mezzo del vecchio tubo catodico. L’obiettivo? La critica alla società di massa attraverso l’inconfondibile satira dissacrante. In precedenza, nessun’altra serie tv animata era riuscita ad affrontare tematiche contemporanee e non sempre di facile trattazione, facendo perno sulla semplice caratterizzazione dei personaggi.

Basti pensare ad argomenti come il nucleare e lo sfruttamento della classe operaia da parte di Montgomery Burns, passando per la corruzione politica nella figura del sindaco Quimby, il problema dell’alcolismo di Barney Gumble, il divorzio tramite i coniugi Van Houten e il bullismo tra i giovani con i personaggi di Patata, Secco, Spada e Nelson.

Inoltre, i Simpson sono e continuano a essere sinonimo di status. L’elenco di tutti i personaggi famosi statunitensi (e non) “simpsonizzati” all’interno delle puntate è pressoché infinito: Bill Gates, Xena, Stephen Hawking, Leonard Nimoy, Elton John, 50 Cent e Britney Spears sono soltanto alcuni dei nomi illustri apparsi durante le 32 stagioni andate in onda.

I Simpson prevedono il futuro?

Negli ultimi anni, il fenomeno Simpson è stato assimilato a un’idea che è divenuta sempre più chiacchierata e condivisa, in particolar modo sul web: sanno prevedere il futuro? La matita di Matt Groening si è dimostrata lungimirante in diverse occasioni, ma l’ideatore della famiglia più famosa della televisione non avrà certamente chiesto consulto a Tiresia o venduto l’anima al diavolo per acquisire doti vaticinanti.

Semplicemente, va riconosciuta all’autore l’abilità di riuscire a captare l’evoluzione degli eventi quotidiani e di riconoscere la ciclicità dei fenomeni chiave della nostra epoca. In parole povere, i Simpsons non possono certamente sapere cosa accadrà domani ma riescono senza dubbio a descrivere fedelmente l’immagine del nostro tempo.

Foto di Spital_Emmental da Pixabay