Incidenti stradali, disastri naturali, storie di persone che hanno perso i propri cari, omicidi, notizie allarmanti in tempo reale. Sono queste alcune delle notizie negative o deprimenti che tendenzialmente cerchiamo più spesso sul web. Inconsapevolmente, tutti lo facciamo ogni giorno.
“Cadiamo nella trappola perché la pubblicazione di notizie negative, negli ultimi tempi, supera di gran lunga quella delle notizie positive. Siamo esposti, in altre parole, a questi stimoli dall’impatto psicologico negativo“, spiega la psicologa Ines Catania intervenuta ai microfoni di NewSicilia.
Una cattiva abitudine che prende il nome di “Doomscrolling“, termine coniato su Twitter nel 2020, anno che sicuramente ricorderemo per l’affermarsi – guarda caso – della pandemia che ha rivoluzionato repentinamente le nostre vite.
“Sicuramente il periodo del Covid ha facilitato questa pratica. In buona sostanza, dal momento che un po’ tutti siamo stati assediati dalle paure e dalle incertezze per il futuro, visto il momento storico particolare, era più facile ricercare e apprendere notizie negative che rispecchiassero il panorama attuale“, prosegue.
Si tratta, in fin dei conti, di una sorta di “controllo” della situazione, sia per non farsi sfuggire nulla sia per poter “dominare” il momento critico.
In realtà, la nostra intervistata ha precisato che “tali comportamenti non sono affatto nuovi, soprattutto nella mia pratica clinica“. Questo perché “l’individuo, fin da prima che si parlasse di questa tendenza, era già predisposto a mettere in atto queste pratiche. In modo diverso, con mezzi diversi“.
“L’assunto è sempre lo stesso: concentrarsi a ricercare notizie assolutamente negative che, si sa, creano tensione emotiva che spesso va a ‘stimolare’ un sistema motivazionale statico, creando sempre nuove emozioni. Seppur negative, ma emozioni“, puntualizza.
“Molte persone, purtroppo, non conoscono modi e alternative per poterle sperimentare e notizie come omicidi, catastrofi, rapimenti, incidenti… sicuramente creano una sorta di ‘montagna russa’ nel cuore e nel cervello“, aggiunge.
A proposito di esempi pratici: “Ricordo, con tenerezza, una signora che incontravo spesso nei pressi di casa mia mentre portavo la mia cagnolina per la consueta passeggiata. Mi chiamava, mi fermava e mi diceva: ‘Dottoressa ma lei ha sentito oggi il telegiornale?‘“, racconta.
“E da lì partiva la descrizione di una miriade di notizie sconfortanti, nemmeno una buona. A quel punto, per l’ennesima volta, rammaricata ma anche sconvolta, chiedevo alla signora: ‘Ma perché mi racconta sempre tutti questi eventi negativi?’“, continua.
“Lei rispondeva: ‘Dottoressa, sono vedova sola e triste. Se non le parlassi di questi avvenimenti, di cosa vivrei? Cosa desterebbe la mia attenzione? Di cosa le dovrei parlare?’. Io fissavo il suo sguardo sconsolato e annuivo“, prosegue.
Quindi, come è facile dedurre da questo breve racconto, talvolta questa pratica – oggi nota come Doomscrolling – spesso è un “riempitivo” che permette alla persona di provare emozioni. Sbagliate, negative ma pur sempre emozioni.
A questo punto è facile dedurre che per evitare la ripetizione e l’incremento di queste pratiche, bisogna lavorare molto sulla corretta espressione e gestione delle emozioni e, di conseguenza, alle possibili soluzioni per sentirsi efficaci nella propria vita.
“Il Doomscrolling rischia di caricare la persona di emozioni non proprie. Così facendo si cerca qualcosa che generi felicità, leggerezza, ma anche rabbia e sdegno. In questo modo si evade dalla realtà per creare un nuovo spazio emotivo virtuale“, afferma la psicologa.
“Le emozioni restituite non hanno a che vedere con quello che si ha intorno. Il pericolo è di essere assorbiti dalla propria mente, perdendo il senso della realtà. Risulta importante quindi tornare al momento presente appena chiusa la schermata e abbandonare le emozioni sorte dalla lettura delle notizie“, consiglia.
Ecco alcuni semplici e pratici consigli su come contrastare questa “ossessione”, secondo la psicologa Ines Catania:
Immagine di repertorio
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