Tira un’aria di tensione e contrasti in territorio americano, dallo scorso 6 novembre nuovamente nelle mani del repubblicano Donald Trump.
Un ritorno – da alcuni temuto, da altri sperato – che nel bene o nel male cambia le carte in tavola, scombinando gli equilibri, già abbastanza precari, di una realtà politica sempre più divisa tra il rosso e il blu, tra i repubblicani e i democratici. Insomma, tra chi nell’ascesa del rieletto presidente degli Stati Uniti intravede una possibilità di svolta e chi non può far altro che sperare di riuscire a parare i colpi.
Ciò che è certo è che in ogni caso ora tocca fare i conti con una nuova realtà politica che, in quanto tale, prevede novità e cambiamenti, con importanti ricadute anche a livello sociale ed economico.
Gli Stati Uniti tornano a colorarsi di rosso
Che l’elezione di Donald Trump, per la seconda volta presidente degli Stati Uniti, avrebbe rotto equilibri e generato contrasti era altamente prevedibile.
Il neo eletto non ha perso tempo a mettere le cose in chiaro, condividendo i suoi progetti e rendendo note le sue intenzioni durante il discorso di insediamento, tenuto lo scorso 20 gennaio alla rotonda di Capitol Hill.
“L’età dell’oro comincia ora, il nostro Paese fiorirà e – ha dichiarato approfittando dell’occasione – metterò sempre al primo posto l’America“.
“Sono stato salvato da Dio per una ragione, per rendere l’America di nuovo grande“, ha aggiunto Trump durante la cerimonia.
Quali sono le intenzioni di Trump
- DAZI: “Invece di tassare i nostri cittadini – ha dichiarato – imporremo dazi ai Paesi stranieri per arricchire i nostri cittadini“.
- MIGRANTI: “Deporterò milioni e milioni di migranti criminali“, ha affermato sottolineando la sua intenzione di procedere col rimpatrio dei detenuti stranieri per liberare le celle statunitensi.
- GOLFO DEL MESSICO: cambiare il nome del Golfo del Messico in Golfo d’America è uno dei progetti annunciati dal presidente repubblicano.
- PANAMA: “Ora è gestito dalla Cina, non glielo lasceremo e ce lo riprenderemo“, ha detto in riferimento al canale di Panama, di cui il neo presidente intende tornare in possesso.
- LO SPAZIO: ambizioni anche ultraterrestri si evincono dalle parole del presidente: “Metteremo la nostra bandiera a stelle e strisce su Marte“.
- GENERI: “da oggi in poi per la politica ufficiale del governo degli Stati Uniti ci sono solo due generi, maschile e femminile“. Un attacco, tutt’altro che velato, nei confronti dei transgender, da subito diventati inequivocabilmente bersaglio delle nuove politiche trumpiane.
- GREEN DEAL: porre fine alle limitazioni destinate a chi acquista auto non elettriche e smettere di favorire con incentivi coloro che invece intendono comprare mezzi all’insegna della sostenibilità. Questo è l’obiettivo che si è posto Trump, parlando di una riduzione delle politiche a favore dell’ambiente. Annunciato anche un possibile ritiro degli Stati Uniti dall’accordo di Parigi sul clima.
Il “braccio teso” di Elon Musk: una mossa politica o mediatica?
Le nuove politiche annunciate da Trump non sono però l’unica ragione per cui le vicende della Casa Bianca hanno attirato l’attenzione di così tanti cittadini nel mondo.
Forte infatti è stato in questa settimana l’impatto mediatico del braccio teso di Elon Musk durante il discorso da lui fatto nel giorno dell’insediamento di Trump. Di fronte a un gesto che richiama alla mente il saluto romano, l’opinione pubblica si è divisa.
Da un lato c’è chi accusa il noto volto dell’imprenditoria americana di aver dato espressione, attraverso l’estensione del braccio destro, a una sua eventuale ideologia di estrema destra, sottolineando un suo possibile orientamento nazi-fascista; dall’altro invece c’è chi ha interpretato il brusco movimento come un gesto fatto con superficialità oppure, al contrario, come una mossa già prevista e studiata per attirare l’attenzione dei media di tutto il mondo. Una vera e propria scelta strategica per ottenere l’approvazione dei partiti di estrema destra e, allo stesso tempo, “accendere gli animi” degli esponenti di sinistra dei vari Paesi.
Sul gesto Elon Musk si è espresso con un post su X, smentendo la presenza di un’ideologia di estrema destra alla base della mossa che ha fatto storcere il naso a una buona parte dell’opinione pubblica.
“Francamente, avrebbero bisogno di migliori trucchi sporchi. L’attacco ‘sono tutti Hitler‘ è stancante“, ha scritto il CEO Tesla.
Un gesto autoritario
Sapere realmente se dietro la mossa di Musk ci sia un atteggiamento favorevole all’ideologia nazi-fascista resta difficile da chiarire. In ogni caso il braccio teso verso l’alto sottolinea indubbiamente, se non un diretto rimando a una delle pagine più nere della storia, almeno il carattere autoritario di personalità estremamente potenti, in quanto multimiliardarie e innovatrici che, proprio come Elon Musk, sono tra le più influenti dei giorni nostri.