White Christmas, il sogno di un “bianco Natale” in un brano storico

White Christmas, il sogno di un “bianco Natale” in un brano storico

Must di ogni playlist natalizia che si rispetti, White Christmas è uno dei brani più apprezzati del periodo delle Feste natalizie. Puntualmente ogni anno qualcuno la condivide sui social o ne fa una cover in chiave moderna e quest’anno non farà eccezione.

Un brano dal sapore diverso rispetto a molti altri allegri e spensierati, da “Jingle Bell Rock” a “Rockin’ Around the Christmas Tree”, ma anche rispetto ai brani di origine religiosa come “Tu scendi dalle Stelle” o “What Child is This?”. White Christmas ha conquistato il cuore di molti con il suo testo semplice e “candido” e le sue immagini intramontabili.

White Christmas: storia e significato

Scritta dal compositore statunitense Irving Berlin nel 1940, White Christmas vanta una storia di ben 80 anni. Diventato ormai un classico del periodo natalizio, il brano è stato registrato svariate volte in tutto il mondo. Se la versione più famosa è quella del “re” del Jazz e del cinema statunitense Bing Crosby, che intonava il canto ne “La taverna dell’allegria”, la lista completa è in continuo aggiornamento.

Da Elton John all’indiscusso protagonista delle canzoni natalizie Michael Bublè, da Ella Fitzgerald a Barbra Streisand, da Taylor Swift all’italiana Laura Pausini: quasi nessun cantante ha resistito al fascino di “White Christmas”. Un brano il cui splendore e il cui significato va oltre i generi musicali e le vocalità degli interpreti.

Ma qual è il significato di “White Christmas”? Un Oscar e centinaia di versioni dopo (compresa “Bianco Natale” in italiano), in pochi lo sanno. Non si tratta di un brano molto allegro, né di una canzone specificamente legata all’aspetto religioso del 25 dicembre.

Il modo più poetico di descrivere il testo sarebbe utilizzare la parola “sogno“. La canzone non è altro che l’immagine ideale di un “Natale da cartolina“, come quello che tutti i bambini sognano o che si osserva spesso nei film ambientati a fine dicembre: neve, bambini felici in attesa del giorno di festa, le luci, i colori, l’albero, gli auguri…

Un testo apparentemente insignificante, se non fosse che per chi di Natali felici ricorda solo quelli dell’infanzia o non ne ricorda affatto “White Christmas” è forse uno dei pochi brani che permette di sorridere e di pensare al vero senso delle Feste. La felicità, la semplicità, quelle immagini di spensieratezza tipicamente “infantile” e tanto desiderata che possono offuscare tanti momenti di tristezza.

Curiosità

La storia di uno dei brani natalizi più celebri di sempre non manca di aneddoti curiosi. Molti riguardano il suo compositore: Irving Berlin era autodidatta. Statunitense di origine russa, iniziò a lavorare sin la piccolo e quando si avvicinò alla musica lo fece per pura passione, senza mai intraprendere studi veri e propri.

Sembra che Berlin, inoltre, utilizzasse solo i tasti neri del pianoforte e che avesse fatto costruire uno strumento speciale con pedali per cambiare tonalità senza spostarsi sulla tastiera. A trascrivere gli spartiti che nei decenni hanno fatto il giro del mondo era, invece, un assistente.

Conclusione

Fusione perfetta tra nostalgia della semplicità, desiderio di una gioia “perduta” o desiderata e sentimenti genuini, “White Christmas” deve la sua immortalità proprio alla capacità di entrare nel cuore delle persone.

Certo, non sarà la canzone più appropriata per scatenarsi in pigiama nelle settimane precedenti al 24 dicembre o prepararsi a quello che dovrebbe essere il momento più gioioso dell’anno, ma fornisce immagini che chiunque tiene nel proprio cuore.

La felicità racchiusa nella semplicità di uno scenario natalizio è una distrazione da tutto ciò che non va nel modo di concepire e affrontare le Feste o nel mondo in cui a volte è sempre difficile vivere in piena serenità.

Foto di S. Hermann & F. Richter da Pixabay