Un apostrofo roseo messo tra le parole ‘t’amo‘. Così è stato definito nel “Cyrano de Bergerac” il bacio, uno dei gesti d’amore più potenti e significativi dell’umanità.
Un linguaggio universale capace anche di valicare le barriere che l’uomo tende a costruirsi attorno, di oltrepassare confini, di accorciare qualsiasi distanza.
“Ma poi che cosa è un bacio? Un giuramento fatto
un poco più da presso, un più preciso patto,
una confessione che sigillar si vuole,
un apostrofo roseo messo tra le parole
t’amo; un segreto detto sulla bocca, un istante
d’infinito che ha il fruscio di un’ape tra le piante,
una comunione che ha gusto di fiore,
un mezzo per potersi respirare un po’ il cuore
e assaporarsi l’anima a fior di labbra!”– Tratto da il “Cyrano de Bergerac” di Edmond Rostand
Il bacio attraverso i secoli
“Dammi mille baci e poi cento“, scrive Catullo all’inizio di una delle sue opere più apprezzate. Un componimento dedicato alla sua amata, la celebre Lesbia. Un vero e proprio inno all’amore, alla dolcezza e al romanticismo, capace di unire intere generazioni, tutte accomunate dalla stessa voglia di amare.
“Dammi mille baci e poi cento,
poi altri mille e poi altri cento,
e poi ininterrottamente ancora altri mille e altri cento ancora.
Infine, quando ne avremo sommate le molte migliaia,
truccheremo i conti o per non tirare il bilancio
o perché qualche maligno non ci possa lanciare il malocchio,
quando sappia l’ammontare dei baci“.– Catullo, I mille baci di Lesbia. Carme V. I sec. a.C.
Un gesto che nemmeno Dante, in un passo dell’Inferno, ha deciso di far passare inosservato, rendendo protagonisti Paolo e Francesca, i due innamorati finiti nel cerchio dei lussuriosi.
“Quando leggemmo il disiato riso
esser baciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi baciò tutto tremante.
Galeotto fu il libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante“.– Dante Alighieri, Inferno, La Divina Commedia, 1304/1321
I baci più belli nella storia dell’arte
Se la letteratura ha sempre fatto da sfondo alle parole di poeti innamorati, o che comunque d’amore parlavano, l’arte sicuramente non può dirsi da meno.
Ne sono la prova le numerose opere che vantano la straordinaria capacità di toccare le corde dell’anima.
“Amore e Psiche” di Canova
Se spesso il bacio viene considerato l’essenza dell’amore, in molti casi è proprio l’attimo prima – quello in cui si crea una connessione tra le due anime – a far battere all’unisono il proprio cuore con quello dall’amato. È il caso di “Amore e Psiche”, gli innamorati di cui Canova ha deciso di mettere in risalto la tensione amorosa che lega i due, pronti a lasciarsi andare tra le braccia della propria metà.
“Il bacio” di Klimt
Uno dei baci più famosi di sempre è quello realizzato da Gustav Klimt, all’interno di una cornice dorata in cui i due protagonisti rischiano quasi di disperdersi, di diventare un tutt’uno con lo sfondo.
Un abbraccio che sembra poter durare per sempre, un sentimento tutt’altro che sensibile allo scorrere del tempo. Un’espressione di benessere sul viso della donna, accarezzato dalle mani dell’amato.
“Il bacio” di Hayez
L’ultimo bacio prima di congedarsi. Questo il momento che il pittore italiano ha deciso di rappresentare, facendo trasparire il sentimento che induce i due a stringersi con lo stesso spirito di chi non vorrebbe lasciarsi mai.
“Gli amanti” di Magritte
Un bacio mancato. Desiderato, ma forse non abbastanza. O magari reso impossibile dalle circostanze che la vita ha deciso di interporre tra due innamorati a cui Magritte ha deciso di non dare un volto. Forse volendo mettere alla prova l’osservatore che viene esortato a lavorare con la fantasia, cercando di andare oltre il telo che avvolge il capo dei due.
“Il bacio con la finestra” di Munch
Le tonalità fredde fanno da sfondo a un connubio di inquietudine e mistero, che avvolge le due figure collocate nell’angolo destro. Lì dove due corpi si fondono, fino a rendere impossibile capire dove finisce uno e comincia l’altro. In fondo è proprio quello che succede a due anime che si scambiano un pezzo di cuore che, a prescindere da ciò che il futuro riserverà loro, terranno sempre stretto, in ricordo di ciò che è stato, o che magari non è stato mai.