MONDO – Oggi 23 settembre si festeggia nel mondo la Giornata Internazionale della lingua dei segni, 24 ore dedicate a preservare e diffondere le diversità culturale di tutte le persone sorde.
“Noi possiamo fare tutto, tranne sentire!“, questo il motto carico di autoironia e straripante di solidarietà diffuso dai megafoni del WFD, il World Federation of the Deaf o Federazione Mondiale dei Sordi.
L’organizzazione conta più di 70 milioni di membri, con una adesione correnti delle associazioni in 130 paesi in tutto il mondo, ed è stata il primo vero elemento motrice per spingere le Nazioni Unite a dedicare una giornata alla comunità sorda, facendo coincidere inoltre il 23 settembre, con la data di fondazione della WFD, nel 1951.
La Giornata si inserisce all’interno della Settimana Internazionale dei Sordi, che dalla sua nascita, nel 1958, si è evoluta in un movimento globale per diffondere la consapevolezza dei problemi che le persone sorde affrontano nella loro vita quotidiana.
Nel 2020, la WFD ha lanciato la “Global Leaders Challenge”, una sfida globale che invita i leader internazionali a promuovere l’uso della lingua dei segni, in collaborazione con le associazioni e le organizzazioni di persone sorde di ogni Paese. Un tassello per sradicare un muro divisivo di comunicazione e favorire un’inclusione a 360 gradi.
La lingua dei segni veicola i propri significati attraversi un sistema codificato di segni delle mani, espressioni del viso e movimenti del corpo. Erroneamente, si potrebbe pensare che il procedimento consista nella semplice traduzione in modalità gestuale del linguaggio parlato, ma si tratta invece di una lingua strutturalmente unica e distinta da quella parlata.
La comunicazione avviene producendo precisi segni compiuti con una o entrambe le mani e dal significato specifico, codificato e assodato, come avviene per le parole. La lingua dei segni sfrutta il canale visivo-gestuale, perciò il messaggio viene espresso con il corpo e percepito con la vista.
Nel mondo si contano 300 diverse lingue dei segni, di cui una più semplice definita “internazionale” ed utilizzata dalle persone sorde negli incontri internazionali e in modo informale quando viaggiano e socializzano.
Nel Bel Paese, la lingua dei segni italiana, LIS, si distacca dalle strutture morfologiche di quella parlata, in quanto presenta frequentemente l’ordine soggetto-oggetto-verbo, proprietà riscontrata in alcune lingue orali come il giapponese e il latino.
Tra gli obiettivi che si è prefissata l’ONU, con l’istituzione di questa giornata, vi è quello di tutelare in modo pieno i diritti umani della comunità di individui non udenti.
Marcando la collaborazione delle persone sorde nel redigere qualsiasi tipo di provvedimento che possa avere conseguenze sui medesimi, l’avere servizi educativi adeguati nella lingua dei segni, la tutela della lingua dei segni nella sua diversità linguistica e culturale.
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